martedì 20 febbraio 2018

L'agire nella virtualità modifica la realtà



(Immagine presa dal web)
"Se puoi sognarlo, puoi farlo". (Walt Disney)

Il mondo esterno, che ci piaccia o no, è frutto di una nostra creazione/proiezione interiore. Cosa state vivendo in questo momento? In quale situazione vi trovate? Beh, sappiate che l'avete creata voi, è tutto merito vostro, che vi piaccia o no, che vi lasci del tutto indifferenti, spiazzati, vi faccia perfino arrabbiare, ciò non cambierà minimamente le carte in tavola.
 
Ciò che può fare la differenza allo scopo di modificare la realtà è il PRENDERNE COSCIENZA. Cosa significa? Vuol dire che, invece di continuare ad agire in maniera meccanica riproducendo, ad esempio, situazioni frutto di lamentele reiterate nel tempo, malcontento o conflitti inconsci, avete la possibilità, attraverso un lavoro su di voi volto all'autosservazione, di modificare la vostra realtà esterna attraverso la presa di coscienza di quella interna.
Sì, perchè TUTTO PARTE DA DENTRO DI NOI PER POI MANIFESTARSI ALL'ESTERNO. IL PENSIERO CREA, CI VUOLE DEL TEMPO, BISOGNA CONTINUARE A PENSARE SEMPRE NELLA STESSA MANIERA FINO A FARLO CRISTALLIZZARE NEI NOSTRI AUTOMATISMI PSICHICI. Dopo, all'improvviso, accadrà ciò a cui avremo maggiormente pensato, succede nel mondo della forma ma prima, ricordatelo bene, è stato da noi pensato in continuazione, spesso in maniera ossessiva.
(Immagine presa dal web)
Non è che le cose accadono dall'oggi al domani o, come dicono molti umanoidi, succede a causa del destino che è già scritto per ciascuno di noi (da chi? tutte stupidaggini!). Le cose accadono perchè sono state da noi pensate, desiderate/temute (poco importa, la Legge dell'attrazione, dopo un pò, ce le spedisce per come le abbiamo pensate, fregandosene del fatto che ci piacciono o meno e tenendo presente il solo fatto che a quello abbiamo pensato) fino a far collassare la funzione d'onda contenente l'evento immaginato fino a quel momento.
In pratica la realtà è frutto di un'immaginazione creativa (positiva o negativa, poco importa) da parte della nostra mente ed è, di conseguenza, FRUTTO DI UN PENSIERO CREATO NELLA VIRTUALITA' DELLA NOSTRA MENTE.
(Immagine presa dal web)
Di conseguenza, come risulta evidente da quanto accennato fino ad ora, ogni evento esterno, prima ancora che possa entrare a far parte delle nostre Vite, può essere modificato ma solo se si ha coscienza della propria capacità di poter interagire e modificare gli eventi prima che accadano, nella virtualità della propria mente.
Questo processo di modificazione della realtà attraverso l'immaginazione virtuale-creativa, somiglia ai progetti, ai disegni creati al computer, attraverso i programmi grafici, delle automobili, delle moto, delle opere urbane quali ponti, case e strade.
(Immagine presa dal web)
Così come col computer si possono creare opere che andranno ad essere inserite nella realtà quotidiana, allo stesso modo, nella nostra testa noi possiamo creare, e modificare se il "progetto" non ci piace, la nostra Vita coi suoi accadimenti quotidiani fino a creare la realtà dei nostri sogni.
Certo, tutto ciò sembra facile a parole, ma nella realtà è tutto diverso..... ALT! Avete letto cosa ho scritto prima? Sì, poco prima dell'ALT! Se pensate che tutto quello che avete letto finora sia inattuabile, inammissibile, impossibile avete due scelte: o trasformare queste tre parole nei loro contrari (attuabile, ammissibile, possibile), oppure continuare a vivere la vostra Vita nel caos e nella casualità nella speranza che il "destino", almeno per voi, sia stato scritto in maniera tale da far realizzare i vostri desideri senza la vostra compartecipazione interattiva.
Vincenzo Bilotta
Essenza Consapevole: L'agire nella virtualità modifica la realtà

domenica 18 febbraio 2018

Il tuo corpo - Osho

 Immagine correlata
"La cosa fondamentale è iniziare ad avere radici sempre più solide nel corpo. Sentilo sempre di più, godine l’azione; al mattino va’ a correre e godi il tuo corpo in movimento, senti l’energia che la corsa sprigiona. Va’ a nuotare, godi il tuo corpo che fluttua nel fiume, godi la carezza dell’acqua. Fai jogging, danza, salta all’aria aperta, sotto il sole e lascia che il corpo torni a fremere di gioia. Questa è la prima cosa da fare… e ricordati di respirare profondamente. Quando ti sentirai di nuovo nel corpo, quando ti sentirai di nuovo vivo nel tuo corpo, nove problemi su dieci scompariranno!" Osho

mercoledì 14 febbraio 2018

Per arrivare all'alba non c'è altra via che la notte.


ci sono relazioni che si trasformano in dramma, gli "amori" finiscono ma quando manca il coraggio di chiudere quando non si riesce ad affrontare la fine di un "amore" la tragedia é in agguato  e spesso la relazione diventa un tira e molla un prendersi e lasciarsi ma mai definitivamente, stai soffrendo ma non hai il coraggio di chiudere per paura di soffrire ancora di piu', quando é finita é finita e solo dopo quando la separazione non é piu' fonte di sofferenza ci si potra' ancora incontrare, questa volta come amici , ma questa é un altra storia e accade di rado
a volte c'è bisogno di un distacco totale, a volte c'è bisogno di chiudere per poi aprirsi, non si puo' ricominciare se non chiudi definitivamente

L'altro\a diventa solo un pensiero che passa e se ne va , L'altro che era la persona piu' importante della tua vita. l'altro ora non è piu un tormento diventa solo un pensiero fugace e non lo trattieni piu', anche il pensiero di lui lasci andare perche' sai che è giusto cosi' e sei stanco di soffrire, perchè sai che cosi' è la vita e NIENTE E' PER SEMPRE

IvanoV Antar Raja

Per arrivare all'alba non c'è altra via che la notte.

Gibran

Il vero amore è trasformare l'isolamento in solitudine,
aiutare l'altro, se lo ami, a essere solo.
Tu non ne sei il completamento;
non cerchi, in un modo o nell'altro,
di completare l'amato con la tua presenza.
Niente affatto: lo aiuti a essere solo,
a essere così pieno del proprio essere
da non trasformare te in un bisogno.

Osho.

http://divinetools-raja.blogspot.it La Via del Ritorno... a Casa

venerdì 9 febbraio 2018

RIDURRE L’IMPORTANZA!


TUTTI i sentimenti e le reazioni disequilibrate 

( risentimento, insoddisfazione, ira, frustrazione, irritazione, depressione, irrequietezza, confusione, disperazione, paura, commiserazione, attaccamento, lussuria, presunzione, idealizzazione, ammirazione, orgoglio, arroganza, disprezzo, disgusto, rabbia e così via) 
– sono la conseguenza di eccessiva importanza.
I pendoli vi agganciano per mezzo di questi “fili” e vi fanno diventare una marionetta.
Ridurre l’importanza NON significa COMBATTERE i propri sentimenti e REPRIMERE le proprie emozioni. Bisogna cambiare è il proprio modo di rapportarsi.
Prima diventare CONSAPEVOLI che l’importanza non (com)porta nulla di buono, poi INTENZIONALMENTE ABBASSARlA.
I problemi non esistono – esistono artificialmente poiché vengono gonfiati dall’importanza delle cose. Abbassando l’importanza, entrate subito in uno stato di equilibrio, e i pendoli non potranno più controllarvi, perché il vuoto è impossibile da agganciare.
Badate: non sminuire il significato delle cose ma RIDURRE L’IMPORTANZA!
VZ

La via del Transurfer - https://faregruppo.blogspot.it

mercoledì 7 febbraio 2018

SE HAI FIDUCIA ACCADRA' !!!


SE HAI FIDUCIA ACCADRA' SEMPRE QUALCOSA CHE AIUTERA' LA "TUA CRESCITA."... 

OTTERRAI CIO' DI CUI HAI BISOGNO...E LO AVRAI AL MOMENTO GIUSTO...
MAI PRIMA!

LO OTTIENI SOLO QUANDO NE HAI BISOGNO,...E NON C'E' MAI NEMMENO UN ATTIMO DI RITARDO...

QUANDO NE HAI BISOGNO..

LO OTTIENI...IMMEDIATAMENTE,


ISTANTANEAMENTE.!!!.

QUESTA E' LA BELLEZZA DELLA FIDUCIA...

A POCO A POCO IMPARI CHE L'ESISTENZA CONTINUA A PROVVEDERE PER TE... CHE.. L'ESISTENZA SI PRENDE CURA DI TE ..

NON VIVI IN UN'ESISTENZA CHE E' INDIFFERENTE... CHE TI IGNORA.
TI PREOCCUPI SENZA MOTIVO... HAI TUTTO CIO' CHE TI SERVE.

QUANDO HAI IMPARATO L'ARTE DELLA FIDUCIA,TUTTE LE PREOCCUPAZIONI SCOMPAIONO...

OSHO

La via del Transurfer - https://faregruppo.blogspot.it

lunedì 5 febbraio 2018

Evadere dal carcere in 10 passi – 7: Il senso del giudizio


Punto Primo: Il giudizio nella realtà non esiste. Ciò significa che chi ha occhi per vedere non si sente mai giudicato.
Punto Secondo: Le persone si sentono giudicate dagli altri solo in quanto il “senso del giudizio” risiede in loro permanentemente, sebbene esso oggettivamente non esista (vedi Punto Primo).
Punto Terzo: Chi possiede dentro di sé il senso del giudizio (praticamente tutti), quando parla, che lo voglia o meno, è costretto a giudicare, indipendentemente dalle parole che utilizza. Ciò che fa e che dice è pervaso del medesimo giudizio che percepisce da parte degli altri nei suoi confronti.

Le persone, essendo pervase dal senso del giudizio, sono costrette a stare sempre sulla difensiva. Analizzano i comportamenti e le parole degli altri (amici e parenti in particolare) al fine di capire se li stanno giudicando o meno. Queste persone hanno continuamente paura di essere giudicate per ciò che sono, per ciò che fanno, per come si vestono, per le loro abitudini, per i loro comportamenti sessuali, ecc. Sospettano che gli altri stiano sempre a parlottare fra di loro per criticarle.

Quando fate notare un errore a una persona immersa nel giudizio, lei la prende sul personale e si sente giudicata o addirittura accusata, perché non riesce a separare ciò che fa da ciò che è. Percepisce nelle parole degli altri lo stesso senso del giudizio che si trova dentro di lei.


Avrete capito che il punto essenziale non riguarda il giudicare o meno gli altri, bensì il sentirsi giudicati dagli altri, in quanto è proprio questo aspetto che rende insopportabile l’esistenza. Sentirsi giudicati è infatti una situazione terribile, che rende la vita impossibile da vivere. Nella misura in cui vi sentite giudicati dagli altri, allora vuol dire che anche voi state giudicando; non importa che ve ne accorgiate o meno.

Non potendo agire direttamente sugli altri, potete però farlo indirettamente: essendo il comportamento degli altri causato dai vostri stati interiori, il vostro scopo dev’essere rimanere in stato di presenza ogniqualvolta sentite il giudizio degli altri su di voi. Vi renderete presto conto del fatto che il disagio derivante dal sentirvi giudicati è uno stato che si trova già al vostro interno e non viene “inserito dentro di voi” dall’esterno. L’altra persona potrebbe avere o non avere la reale intenzione di giudicarvi, ma, indipendentemente da questo, se dentro di voi risiede il giudizio, voi vi sentirete comunque giudicati dai suoi atteggiamenti, dai suoi sguardi e dalle sue parole.

Quante volte vi è capitato di far notare qualcosa a qualcuno e di percepire che l’altro si è sentito giudicato, anche se non era vostra intenzione farlo?
Voi: «Che belle scarpe! Ne portavo un paio uguali cinque anni fa».
L’altra donna (solo pensato): «Che stronza! Vuole dirmi che io metto roba fuori moda».
Invece magari voi volevate sinceramente fare un complimento (ritenete le scarpe davvero belle) e avete subito associato le scarpe a quelle che portavate voi, ma in maniera del tutto innocente. Il punto è che, se in quella persona risiede il “senso del giudizio”, si sentirà offesa, indipendentemente dalle vostre intenzioni. Se invece in lei non risiede il giudizio, non si sentirebbe offesa nemmeno se voi ci provaste intenzionalmente.

Lo stato di presenza nel qui-e-ora è la medicina per questa malattia mentale chiamata giudizio. Dovete “illuminare” con la vostra presenza il senso del giudizio che provate dentro.

Nella misura in cui, progressivamente, vi sentirete sempre meno giudicati, allora sarete in grado di riprendere gli altri quando sbagliano, senza provare un reale risentimento nei loro confronti, ma anche senza esitazione, timore o senso di colpa.
D’altronde, chi non sa punire, non sa nemmeno perdonare.


Salvatore Brizzi
(professione: cane di Dio)
(D.O.G. = Dogs Of God)

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