sabato 29 aprile 2017

Rosa Parks: la Vegetariana dietro Martin Luther King



Eccoci  alla seconda vegetariana storica da riportare a galla dal passato: Rosa Parks.
Forse la donna vegetariana più famosa di tutte. Senza di lei non avremmo avuto Martin Luther King.  Tutti infatti conosciamo quest’uomo, ma in pochi  sanno quale fu l’evento che lo portò alla ribalta e chi vi fosse dietro.
Era il 1955, Alabama, Stati Uniti.
Rosa è una giovane sarta di 42 anni e sta tornando a casa dal lavoro in pullman.
E’ il primo dicembre. E’ buio. Sono le sei di sera.
Come suo solito va a sedersi nei posti riservati ai neri. A quel tempo infatti vigeva la segregazione razziale negli Stati Uniti. I bianchi da una parte, i neri dall’ altra, a scuola, sui mezzi pubblici, dovunque.
Rosa  è seduta molto vicina ai sedili riservati ai bianchi.
Troppo vicina.
A un certo punto sale un uomo bianco e trova tutti i posti occupati.  Il conduttore del pullman se ne  accorge e come normale amministrazione al tempo chiede a tutta la prima fila di neri di alzarsi e lasciare i posti liberi.
Gli altri tre passeggeri neri vicino a Rosa non fanno una piega e cominciano ad alzarsi come bravi bambini ubbidienti, abituati ormai da troppo a queste umiliazioni, e se ne vanno in fondo al pullman.
Rosa no.
Rosa resta seduta e si tiene stretta il suo sedile “come una coperta in una notte d’inverno”.
Allora? Ha intenzione di alzarsi?” le chiede l’autista.
No”, risponde secca Rosa.
Allora la farò arrestare”.
Faccia pure”, risponde Rosa.
Disobbedienza civile.


Viene arrestata e portata subito in prigione, da dove uscirà su cauzione il giorno dopo.
Ma la notizia comincia immediatamente a circolare.
In tanti conoscono Rosa e l’apprezzano, e il suo arresto diventa la goccia che fa traboccare un vaso ormai stracolmo.
Non avevo idea” dirà la Parks, “che rifiutandomi di dare il mio posto su quel pullman  la mia piccola azione  avrebbe aiutato a metter fine alle leggi di segregazione”.
Ma andò proprio così.  Ognuna di noi può fare la differenza.
Tutta questa storia è raccontata nella sua autobiografia “My Story”, scritta quando aveva già 79 anni.  Ora, non pensate che Rosa fosse una donna qualsiasi che per caso si trovò a dire un NO coraggioso. Avrà avuto anche l’aspetto di una timida sartina, ma Rosa faceva da tempo parte dell’Associazione per l’Avanzamento delle persone di colore, e tra l’altro era proprio lei l’addetta a investigare i casi di abusi sessuali contro le donne nere.
Immaginatevi cosa deve aver visto e sentito.
Insomma, Rosa era una ninja di primo livello, ed era pronta a fare la sua parte fosse servito e quando quel momento è arrivato, non ha esitato.
La gente dice sempre che non ho ceduto il mio posto perché ero stanca. Non ero fisicamente stanca, o non più stanca di quanto non fossi alla fine di una giornata di lavoro.  Non ero vecchia, anche se alcune persone si sono fatte un’immagine di me di persona anziana. No, l’unica cosa di cui ero stanca, era l’essere stanca di cedere”.
I giorni dopo il suo arresto si scatenò il putiferio vi dicevo.
Anzi, già la notte stessa.
Fu stando in piedi fino all’alba infatti che un’insegnante femminista si riunì con altre socie del Women’s Political Council e decisero di proporre un boicottaggio di tutti i mezzi pubblici.
Non c’era Internet, non c’era Facebook, ma loro riuscirono in una notte a stampare ben 35.000 volantini che annunciavano l’idea e il giorno dopo erano davanti alle scuole a consegnarli uno ad uno a tutti i bambini, da portare a casa:
Non andate in pullman da nessuna parte lunedi 5 dicembre. Un’altra donna è stata arrestata per non aver ceduto il suo posto. Venite a Messa alle 7 di sera lunedi per altre istruzioni”.
Questo in breve il sunto del volantino, che finì anche sui giornali locali.
Quel lunedi sera, in Chiesa, l’enorme folla  che si radunò insieme a Rosa trovò a parlare sul pulpito il reverendo Martin Luther King. Era stato nominato lui per gestire l’intera complessa operazione e per incitare la folla a continuare il boicottaggio per altri giorni.
Voi che avete paura, prendete cappello e cappotto e andate a casa” dirà subito alla sua congregazione.
Arriva un momento quando la gente si stanca. Noi siamo qui questa sera per dire a coloro che ci hanno maltrattato così a lungo che siamo stanchi”.
Tenete conto che Martin Luther King era quasi sconosciuto al tempo, ma da quel momento ottenne visibilità a livello nazionale, e il resto è storia.
La storia però è partita da una sartina con le ovaie e vegetariana.

Rosa infatti non mangiava animali.
Questo è quello che disse a riguardo da anziana:
Sono vegetariana da oltre 40 anni.  Da piccola ho avuto problemi di salute per colpa di una cattiva alimentazione. Mangiare sano per me era una priorità”.
Tra i suoi cibi preferiti? Broccoli, le patate dolci e i fagiolini. Rosa morì di vecchiaia a 92 anni.  Al suo funerale, la famosa Condoleeza Rice disse che se non fosse stato per la Parks, non sarebbe mai diventata la prima afro-americana segretaria di Stato.
Anche M. L. King era ben consapevole del ruolo storico di questa donna: A lei infatti dedicò il suo libro “Stride Toward Freedom”…
A Rosa Parks, la cui testimonianza creativa fu la grande forza che portò alla lotta moderna verso la libertà”.
Purtroppo,  gli animali segregati negli allevamenti oggi non possono riunirsi e far partire un boicottaggio, ma seguendo una dieta vegana, in un certo senso, stiamo tutti boicottando l’industria della morte e ognuno di noi può fare la sua parte.
Rosa infatti continuava a ripetere che non servono persone straordinarie, lei – diceva – era normalissima.
Non diventò mai ricca, né troppo famosa.
Venne in parte dimenticata, coperta dall’ombra di Martin Luther King, ma continuò a devolvere parte del suo stipendio da segretaria alla causa e a lavorare dietro le quinte.
Dopo la morte del marito, decise di fondare un istituto con lo scopo di motivare gli adolescenti a raggiungere il loro migliore potenziale.
Questa è l’ultima sua bellissima citazione con cui voglio lasciarvi:
Ogni persona deve vivere la sua vita come modello per gli altri”.

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