mercoledì 8 giugno 2016

Osho, Il primo gradino della scala

8 GIUGNO 2016



 
Qual è la prima verità nella ricerca della verità suprema? La prima verità per chiunque è conoscere se stessi per ciò che si è, così come si è. Questo è il primo gradino della scala. Ma sulla maggior parte delle scale quel primo gradino manca; ragion per cui sono scale solo di nome, ma non possono essere utilizzate per salire. Se qualcuno vuole, può tirarsi dietro quelle scale sulle spalle, ma sarà impossibile salirci.

L’uomo inganna gli altri, inganna se stesso, e vuole ingannare perfino Dio; in tutti questi tentativi perde se stesso. Ha creato lui stesso tutto il fumo che gli acceca gli occhi!

La nostra civiltà, la nostra cultura e le nostre religioni non sono forse nomi splendidi per simili inganni? Non abbiamo forse fatto tentativi del tutto vani di mascherare la nostra mancanza di civiltà, di cultura e di religione dietro a questo fumo? E qual è stato il risultato? Semplicemente questo: sulla base di quegli sforzi di civilizzazione, non siamo riusciti a diventare civili, e a causa delle nostre religioni non siamo riusciti a diventare religiosi; e questo perché ciò che è falso non potrà mai diventare la via che conduce al Vero.

La verità in quanto tale è la soglia al Vero. Solo dopo aver lasciato perdere tutti gli autoinganni la via verso il Vero potrà presentarsi limpida e libera da ostacoli.

È essenziale ricordare che in ultima analisi è impossibile ingannare se stessi. Oggi o domani ogni inganno andrà in pezzi e le verità verranno rivelate; proprio per questo l’autoinganno alla fine si trasforma in rimorso. D’altra parte nessun pentimento potrà mai fare ciò che può operare l’essere consapevoli fin dall’inizio.

Perché vogliamo ingannare? Dietro a ogni nostro inganno non c’è forse la paura? Ma la causa all’origine della paura è forse annientata dall’inganno? No, anzi, con l’inganno simili radici vengono seppellite e in questo modo crescono più in profondità. Non è questo il modo per farle morire; così acquistano vitalità e potenza; di conseguenza, si devono inventare inganni ancor più grandi, per coprirle e nasconderle. Così nasce un’interminabile catena di sotterfugi dove la codardia continua ad aumentare e l’uomo si incupisce, si perde nella debolezza e nella viltà. Alla fine inizia ad aver paura anche di se stesso, e questa paura diventa un inferno.

Nella vita, non va bene nascondersi per paura dietro a delle illusioni. La cosa giusta da fare è ricercare la causa alla radice della paura: non si dovrebbe reprimerla, non la si dovrebbe occultare. La suprema liberazione è impossibile, se esiste una paura repressa. Solo dopo aver conosciuto questa paura, dopo averla messa a nudo, ci si può liberare dalla paura.

Dunque, io considero il coraggio la qualità religiosa più grande. Nel tempio della vita non esiste alcun accesso tramite una porta sul retro: l’esistenza dà il benvenuto solo a coloro che lottano con coraggio strenuo.

In una delle maggiori città dell’Inghilterra, veniva rappresentata una delle commedie di Shakespeare. Questo accadeva qualche decennio fa, quando era ancora ritenuto un peccato il fatto che un gentiluomo andasse a teatro, e non si era mai neppure posto il problema di un prete che ne vedesse uno. Dopotutto, la religione è il suo unico interesse!

Un prete, però, non riuscì a evitare quella tentazione e si mosse nello stesso modo in cui facciamo noi nella vita: scrisse al direttore del teatro, chiedendogli: “Potrebbe farmi entrare da una porta sul retro del teatro, così nessuno mi vedrà?”.

Il direttore gli rispose: “Mi spiace, ma qui non abbiamo porte che Dio non possa vedere!”.

Anch’io vorrei dirti la stessa cosa. Non esistono porte sul retro tramite le quali si possa accedere al Vero: il divino è sulla soglia di qualsiasi porta!

Osho, Crea il tuo destino

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