sabato 28 febbraio 2015

Osho: Comunione




 Inizia a fare questa meditazione insieme al tuo partner.

 La sera, sedetevi l'uno di fronte all'altro e tenetevi per

mano, incrociandole. Per dieci minuti guardatevi negli

occhi, e se il corpo inizia a muoversi e a ondeggiare, lasciatelo fare.


 Potete sbattere le palpebre, ma continuate a guardarvi

negli occhi. Sicuramente il corpo inizierà a ondeggiare,

lasciatelo fare, ma non lasciate andare il contatto delle

mani, qualsiasi cosa accada. Non dimenticatelo!


 Trascorsi dieci minuti, chiudete gli occhi e lasciatevi

ondeggiare per altri dieci minuti; poi alzatevi in

piedi e ondeggiate insieme, sempre tenendovi per mano, per altri dieci minuti.


 In questo modo le vostre energie si fonderanno

profondamente. Dunque: per dieci minuti state seduti

e guardatevi negli occhi il più profondamente possibile, e

lasciatevi ondeggiare; poi per dieci minuti, sempre

restando seduti, chiude te gli occhi e ondeggiate;

sentite semplicemente che l'energia si sta

impossessando di voi. Poi aprite gli occhi, alzatevi

 e ondeggiate. In pratica diventerà una danza, ma non smettete mai di tenervi le mani, incrociate.


Fate questo esercizio per trenta minuti, ogni notte,

per dieci giorni e vi sentirete benissimo. Se lo volete,

potete ripeterlo anche al mattino: lo potete fare due volte al giorno, ma non di più. 

Osho: La Verità che Cura.

martedì 24 febbraio 2015

Osho parla dell'AUM


L’apatia è uno degli ostacoli più grandi, ma scompare cantando l’Aum. Esso crea dentro di te lo Shivalinga, l'anello energetico a forma di uovo. E, quando la tua percezione si affina, puoi addirittura vederlo. Se riesci a salmodiare l’Aum per alcuni mesi, ad occhi chiusi, meditando, potrai vedere dentro di te che il tuo corpo è scomparso: esisterà solo una bio-energia, un fenomeno elettrico, la cui forma sarà quella dello Shivalinga.

Quando accade, l’apatia scompare. A quel punto, ti troverai a un livello di energia alta, potrai spostare montagne, sentirai che parlare non basta: si deve fare qualcosa. E il livello di energia è così elevato, che in quel preciso istante puoi fare qualcosa.
Un uomo titubante, indeciso, incerto, si trova in uno stato di sanshaya: dubita. Non è uno stato contrapposto alla fiducia, in quanto la fiducia è sempre rivolta verso qualcuno. Qui si tratta della fiducia in te stesso: non ti fidi di te stesso, questa è la differenza. Quindi, qualunque cosa ti trovi davanti, sei indeciso: non sai se vuoi farla oppure no; se è bene farla oppure no. Se hai una mente indecisa, non potrai entrare sul sentiero, non sul sentiero di Patanjali. Devi essere deciso, determinato! Devi prendere una decisione! È difficile, in quanto una parte di te dice sempre di no, ma in questo caso, come puoi prendere una decisione? Pensaci quanto più puoi, prendi tutto il tempo che vuoi, pensa a tutte le possibilità… e poi decidi! E quando hai deciso, lascia perdere qualsiasi dubbio.Prima di quel momento, usa il tuo dubbio: fai tutto ciò che riesci a fare, pensa a tutte le possibilità, quindi decidi. Certo, non sarà una decisione totale: all’inizio non è possibile che lo sia. Sarà una decisione della maggioranza: la maggioranza della tua mente ha detto di sì. Ma, quando hai deciso, non dubitare più. Nella tua mente nascerà il dubbio, ma tu limitati a dire: “Ora ho deciso! Basta! Non si tratta di una decisione totale, non tutti i dubbi sono stati eliminati, ma ho fatto tutto ciò che potevo… ho valutato e ponderato a fondo, quanto più mi era possibile, e ora ho scelto!” Una volta fatta una scelta, non permettere più al dubbio di rimettere tutto in discussione, non dargli più il tuo sostegno, in quanto esso esiste grazie al tuo appoggio: puoi continuare a dargli energia, e tornare a ripensare sempre alle tue scelte. In questo caso, si crea una sottile titubanza: questa indecisione è uno stato di cose molto sgradevole – sei proprio in un brutto stato. Se non riesci a decidere nulla, cosa farai? Come potrai agire?

Ma come farà l’Aum – il suono, e la meditazione su di esso – ad aiutarti? Ti aiuta, perché quando diventi silente, sei in pace, quieto, diventa facile decidere. In questo caso, non sei più una folla, non sei più un caos: ora in te parlano molte voci, tutte insieme, e tu non sai più quale sia la tua. L’Aum, il cantarlo, e il meditarci sopra, zittiscono tutte quelle voci. Ora riesci a vedere che quella miriade di voci non sono tue: sono tuo padre, tua madre, i tuoi fratelli, gli insegnanti, che parlano con quelle voci che non ti appartengono… le puoi eliminare facilmente, in quanto non sono degne di attenzione alcuna. Quando diventi silente, grazie al canto dell’Aum, ti senti a casa: sei calmo, quieto, in pace, raccolto. In questo raccoglimento, puoi vedere qual è la tua voce reale - quella che sorge da te - la tua voce autentica.
Stai attento. Come può l’Aum aiutarti ad essere attento? Farà cadere la tua ipnosi. In realtà, se ti limiti a salmodiare l’Aum senza essere in meditazione, diventerà a sua volta un’ipnosi: questa è la differenza tra il comune canto di un mantra e il metodo di Patanjali. Canta il mantra, ma rimani cosciente. Se riesci a cantare l’Aum e restare cosciente, queste due cose diventeranno una forza deipnotizzante: distruggeranno ogni ipnosi che esiste intorno a te, che è stata creata in te dalla società, dai manipolatori più diversi, dai politicanti. Avverrà una deipnotizzazione.
Una volta, in America, qualcuno chiese a Vivekananda: “Qual è la differenza tra la comune ipnosi e il vostro salmodiare l’Aum?”

Egli rispose: “Il canto dell’Aum è una deipnosi: è un muovere la ruota all’indietro”.
Il processo sembra essere lo stesso, ma la ruota gira all’indietro. E come è possibile? Se, al tempo stesso, mediti, allora, col tempo, diventi così silente e così consapevole, così attento, che nessuno potrà più ipnotizzarti. A quel punto, sarai oltre la possibilità di presa di preti e politici: i tuoi secondini! Allora, per la prima volta, sarai un individuo, e diventerai attentissimo… ti muoverai con attenzione, farai ogni passo con estrema cautela, perché sarai circondato da milioni di trappole. Come può aiutarti il salmodiare l’Aum e il meditare su di esso?
Aiuta! È un aiuto sicuro, poiché, quando inizi a cantare l’Aum per la prima volta, osservando e meditando, hai la sensazione che quello sia il primo sforzo della tua vita che ti appaghi: ti senti così felice, in quel cantare, ti senti così beato, che sembra essere il primo sforzo compiuto con successo. A quel punto, sorge in te un entusiasmo nuovo: la polvere viene levata… consegui un coraggio nuovo, una nuova familiarità con te stesso. Adesso, pensi di poter fare qualcosa anche tu; anche tu puoi realizzare qualcosa. Non tutto è un fallimento.Come mai ti senti tanto sensuale, sessuale? Perché accumuli energia, energia non utilizzata, e non sai cosa farne. È naturale perciò che si accumuli nel primo centro, quello sessuale. Non conosci gli altri chakra, e neppure sai come fare per elevarla verso l’alto.

L’energia deve elevarsi verso l’alto. Devi diventare un trasformatore: attraverso di te, la natura deve diventare ‘sovrannaturale’; solo in questo caso ci sarà un senso, un significato. Attraverso di te, la materia deve diventare mente; la mente deve diventare ‘supramente’. Per tuo tramite, la natura deve raggiungere il sovrannaturale: ciò che è inferiore deve diventare l’essenza superiore. Solo in questo caso, esiste un significato: si percepisce un senso. In questo caso, la tua vita ha un senso profondo, estremamente profondo. Allora non sei più ‘indegno’: non sei più ‘fango’, sei un dio! Quando hai elevato, attraverso di te, la natura fino al sovrannaturale, diventi un dio. Patanjali è un dio... diventi un Maestro dei Maestri.
Come ti può aiutare l’Aum? Come ti può aiutare la meditazione sull’Aum? Quando inizi a meditare sull’Aum, gli altri centri iniziano a entrare in funzione.
Quando l’energia fluisce, dentro di te diventi un circuito. A questo punto, il centro del sesso non è l’unico centro in funzione. Tutto il tuo corpo diventa un cerchio; dal centro sessuale l’energia sale al secondo, al terzo, al quarto, al quinto, fino al settimo centro; quindi ridiscende al sesto, al quinto, al quarto, al terzo, al secondo, al primo: diventa un cerchio interiore, e si sviluppa negli altri centri. L’energia si eleva verso l’alto, semplicemente perché si è accumulata. Il livello dell’energia si alza, come accade in una diga: il fiume continua a portare acqua, e la diga non ne permette la fuoriuscita. Il livello dell’acqua sale, e gli altri centri, gli altri chakra presenti nel corpo, iniziano ad aprirsi, poiché, quando l’energia scorre, diventano forze dinamiche, dinamo… Entrano in funzione.

Patanjali afferma che ogni illusione svanirà, se canti l’Aum in piena coscienza. Come accade? L’illusione è uno stato onirico, in cui ti perdi. Tu non sei più presente: resta solo il sogno. Se mediti sull’Aum, hai creato il suono dell’Aum, e al tempo stesso sei un testimone: sei presente! La tua presenza non può permettere che accada alcun sogno: ogniqualvolta tu sei presente, i sogni non esistono. Quando è presente il sogno, tu non ci sei: non potete coesistere. Se sei presente tu, il sogno scomparirà. Viceversa, dovrai scomparire tu! Insieme, contemporaneamente, non potete esistere: il sogno e la consapevolezza non si possono mai incontrare. Per questo, restando semplicemente testimone del suono dell'Aum, l’illusione scompare!
Anche l’impotenza è presente, la avverti in continuazione. Hai la sensazione di non poter far nulla, di essere inutile, indegno… forse, fingi di essere qualcuno, ma quella tua stessa finzione dimostra che, in profondità, avverti di non essere nessuno. Forse puoi fingere di essere estremamente potente, ma quella finzione non è altro che un modo per nasconderti.Quando salmodi aumkar, l’Aum, per la prima volta, hai la sensazione di non essere più un’isola. Diventi una parte del suono universale. Per la prima volta, ti senti potente, ma ora questa potenza non necessita più di violenza alcuna, non ha più bisogno di essere aggressiva. Di fatto, un uomo potente non è mai aggressivo: solo le persone impotenti diventano aggressive, per dimostrare qualcosa a se stesse… di essere potenti! Inizi a fare una cosa, poi ti fermi – inizi e interrompi – torni a iniziare e poi ti fermi. Con questa instabilità, non è possibile fare nulla. Devi perseverare, devi continuare a scavare nello stesso punto, senza sosta. Infatti, se interrompi il tuo sforzo, la tua mente è tale che, nel giro di pochi giorni, dovrai iniziare di nuovo, dall’ABC. Arrotola e srotola… per qualche giorno fai qualcosa, poi la lasci… e vieni catapultato al tuo primo giorno… di nuovo parti dall’ABC. In questo modo, puoi fare tantissimo, senza realizzare mai nulla. L’Aum ti darà un assaggio.

Patanjali afferma che con l’Aum, per la prima volta, assaporerai cosa sia cadere nell’universale: quel gusto diventerà la tua felicità, e ogni instabilità scomparirà. Ecco perché afferma che il canto dell’Aum, unito all’esserne testimone, porta alla caduta di tutti gli ostacoli. Angoscia, disperazione, instabilità e irregolarità del respiro sono i sintomi di una mente confusa. Questi sono i sintomi. Angoscia: sempre preda dell’ansia, sempre dissociato, una mente sempre ansiosa, sempre triste, disperata; il corpo scosso da tremori sottili… perché, quando l’energia del corpo non scorre in un circuito, si hanno tremori sottili, un tremolio, paura e respiro irregolare. In questo caso, il respiro non può avere un ritmo: non può essere un canto, non può essere armonioso. Questi sono i sintomi di una mente confusa; in contrapposizione, si hanno i sintomi di una mente centrata: il canto dell’Aum ti centrerà. Il tuo respiro diventerà ritmico. I tremori del corpo scompariranno; non sarai più nervoso… alla tristezza si sostituirà una sensazione di felicità, di gioia, una beatitudine sottile che ti pervaderà il volto, senza ragione alcuna. Sei felice: il semplice essere qui ti rende felice; il semplice respirare, ti rende felice. Non chiedi molto, e anziché angoscia ci sarà beatitudine.
I sintomi di una mente confusa possono essere eliminati, meditando su un unico principio. Quell’unico principio è pranava-Aum,: il suono universale.

(brano tratto da Yoga: La scienza dell’anima ed. ECIG)


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sabato 21 febbraio 2015

Osho: Sessualità e relazioni - Aprirsi e chiudersi

21/2



Se resti chiuso, resti morto. Sarebbe come se, avendo

a disposizione tutto il cielo, ti limitassi a guardare dal

buco della serratura.



Certo, vedresti un pezzettino di cielo anche da

quel buco, e a volte un raggio di sole lo attraverserebbe;

a volte potresti cogliere il lucore di una stella,

ma sarebbe qualcosa di inutilmente forzato, inutilmente rimarresti povero e infelice.


 Esci da quello stato di cose, lo puoi fare! Provaci, facendo questo piccolo esperimento.

Ogni notte, prima di andare a dormire, mettiti in

piedi in mezzo alla stanza e guarda il muro. Concentrati

su di esso; lascia perdere la porta, guarda il muro.

  
Pensa a te stesso come fossi un semplice muro,

senza alcuna porta dentro di te; visualizzati completamente

chiuso: nessuno può penetrarti e tu non puoi uscire; sei imprigionato.

  
Diventa praticamente un muro, da un punto di

vista psicologico; fa' in modo che tutta la tua energia diventi un muro, una muraglia cinese.

 Per dieci minuti sii un muro e tenditi, tenditi quanto più ti è possibile.

 Lascia cadere ogni possibile apertura e diventa

assolutamente chiuso, ciò che Leibniz chiama una

monade, un atomo privo di qualsiasi apertura, totalmente chiuso in te stesso.


 Inizierai a sudare, inizierai a tremare, in te nascerà

un'ansia profonda; avrai la sensazione di morire,

sarà come scendere nella tua tomba. Non preoccuparti,

entraci. Porta questa situazione al culmine:

esaspera questa tensione, questo tuo contrarti, questo tuo rattrappirti.


 Al termine di quei dieci minuti, voltati e guarda

la porta - ricordati di tenerla aperta - e a quel punto

diventa la porta. Inizia a sentire che stai diventando

una porta, non sei più un muro. Chiunque può entrare

in te, non è neppure necessario bussare; e

chiunque può uscire, non esiste alcuna barriera.

  
Rilassati, rilassa tutto il corpo e l'intera gamma

delle sensazioni. Espanditi, rimani fermo, ritto in

piedi, ma espanditi. Lasciati avvolgere dalla sensazione

che il tuo essere sta colmando l'intera stanza.


Senti la tua energia che si sta riversando, scorre fuori

dalla porta nel giardino; lasciala uscire e percepisci il mondo esterno che sta entrando in te.

 Per dieci minuti diventa un muro e per venti minuti

diventa una porta; poi va' a dormire. Persevera

ogni giorno in questo esercizio, per almeno tre mesi.


Dopo le prime tre settimane inizierai a sentirti totalmente aperto... ma continua a farlo.

 Ti do entrambe le prospettive: il muro e la porta,

così che tu possa sentire con facilità il contrasto.

  
Allorché sarai in grado di comprendere la tua

energia; quando comprenderai che può diventare un

muro e può diventare una porta, acquisirai la consapevolezza

di una dimensione meravigliosa. A quel

punto potrai sentire le energie delle altre persone:

incrociando un uomo per la strada, potrai sentire se è un muro o una porta.

  
Adesso possiedi una comprensione interiore su

quelle realtà; per cui, se vuoi entrare in relazione

con quella persona, non lo farai mai quando senti

che è un muro: non avresti alcun successo.


 Entrerai in relazione solo quando senti che è una porta.

 Questa abilità a sentire potrà diventare un'esperienza

incredibilmente intensa nei tuoi rapporti, accadrà

molte volte; è qualcosa che neppure riesci a immaginare.

  
Avvicinati a una persona quando è una porta, e

 quella stessa persona sarà del tutto diversa dal solito.

Avvicina tuo figlio quando è una porta; in quel

caso ascolterà, sarà pronto ad assorbire ciò che dici;

altrimenti potresti continuare a urlare, ma lui sarà sordo: in quel momento è un muro!


 Parla alla persona che ami quando è una porta.

 Fa' l'amore con la tua amata quando è una porta.  

Ama il tuo amato quando è una porta, quando è un muro è meglio non disturbarlo.

 E quando avrai appreso a cogliere quella differenza

dentro di te, in quanto sensazione interiore, la potrai percepire ovunque. 

Osho: La Verità che cura

mercoledì 18 febbraio 2015

Osho: La legge dell'affermazione




 Esiste una legge, definita "la legge dell'affermazione".

Se riesci ad affermare qualcosa in profondità,

con totalità e senza ombre di dubbi, inizia a diventare reale.


 Le persone sono infelici, proprio a causa di questa

legge: la gente continua ad affermare l'infelicità! Ed

è per questo che le persone sono felici; ma solo poche

lo sono, perché solo poche persone sono consapevoli

di ciò che fanno della loro vita. E nel momento

in cui affermano la gioia, diventano gioiose!


 Fanne una regola: smetti di affermare il negativo

e inizia ad affermare il positivo. Nell'arco di alcune

settimane rimarrai sorpreso: avrai tra le mani una chiave magica.


 Per esempio, se hai la tendenza a rattristarti con

facilità, ogni notte, prima di andare a dormire, per

venti minuti afferma in silenzio e in profondità, dentro

di te - ma ricorda di non esprimerlo a voce alta,

così che qualcun altro lo possa sentire -: "Io sarò

 gioioso, accadrà che sarò felice, la gioia è già per

strada; ho vissuto la mia ultima tristezza... addio per

sempre!". Ripetilo venti volte, poi addormentati.


 Al mattino, nell'attimo stesso in cui sei consapevole

che il sonno se n'è andato, non aprire gli occhi:

ripeti quella stessa affermazione per venti volte.

 E durante il giorno osserva la differenza. Rimarrai

sorpreso, ti ritroverai avvolto da una qualità diversa.


Nell'arco di una settimana avrai veramente

affermato qualcosa, e sarai pronto a riconoscerne il

risultato. A quel punto, piano piano, lascia cadere

ogni negatività: scegli una negatività a settimana,

poi lasciala cadere. Scegli una qualità positiva per volta, e alimentala.


 È tutta una questione di scelta, dipende tutto da

ciò che scegliamo: sia l'inferno sia il paradiso sono creati dai nostri pensieri.

 "Ogni uomo è ciò che pensa": nel momento in cui

lo riconosci; allorché vedi che è il pensiero a creare

l'inferno e il paradiso; ecco che puoi compire il balzo supremo, nel non pensiero.


 A quel punto puoi trascendere sia l'inferno sia il

paradiso. E ricorda: è più facile trascendere il paradiso

che trascendere l'inferno; pertanto, come prima

cosa ti devi spostare dal negativo al positivo. Sembra

paradossale, ma è più facile lasciare qualcosa di

bello che una cosa brutta. Ciò che è brutto tende ad attaccarsi, aderisce al tuo essere.


 È più facile lasciare la ricchezza che non la povertà.

È più facile abbandonare un amico che un nemico.

È più facile dimenticare un amico che scordarsi un nemico.

  
Muta dunque l'inferno in paradiso. Le religioni occidentali non sono mai andate al di là, l'Oriente

 invece ci ha provato: a quel punto si deve lasciar cadere

anche il paradiso, poiché anche un pensiero

positivo è pur sempre un pensiero.


 Ebbene, adesso inizia ad affermare il non pensiero,

l'assenza di pensiero, allora accadrà l'Assoluto.


domenica 15 febbraio 2015

Il Sistema – La Quarta Via (cap. 1)

Questo lavoro è un continuo ricominciare. Ogni volta che si compie uno sforzo, si rinforza un po’ la muscolatura spirituale; si ricomincia daccapo, come un bambino che impara a camminare, e questo lavoro è infinitamente più difficile e complesso. Ma i risultati sono garantiti.”
A. R. Orage 1
L’idea principale del Sistema – la Via descritta da Gurjieff e da chi lo ha seguito – è che noi non usiamo nemmeno una piccola parte delle nostre possibilità ed energie. Abbiamo in noi, per così dire, un’organizzazione grandissima ed efficientissima ma non sappiamo come usarla, come se avessimo una casa enorme piena di magnifici mobili, con una biblioteca e parecchie altre stanze, ma vivessimo nel seminterrato e nella cucina da cui non possiamo uscire. Quando qualcuno ci dice ciò che questa casa ha sopra, non gli crediamo, o ne ridiamo, o chiamiamo le sue parole superstizione, fiabe o fantasie.2
Uomo macchinaAlcuni assunti del Sistema qui utilizzato non ricorrono in nessun altro, se non in forma mascherata nel Nuovo Testamento o nelle scritture buddiste. Alcuni principi, come quello del ricordare se stessi, possono essere già stati messi in pratica, tuttavia fare la stessa cosa senza sapere che cosa quella cosa è e a che cosa serve, produce risultati diversi. Arrivarci nella teoria ma non nella pratica, o nella pratica senza teoria, non conduce alla verità.3
Il Sistema qui esposto mette in luce essenzialmente le menzogne che ognuno racconta a se stesso, prima tra tutte quella di considerarsi con un unico Io, o quella per cui coltivare le emozioni negative sia inevitabile e necessario. Questi aspetti non possono essere eliminati, tuttavia quando il lavoro comincia invece di essere presenti ventiquattro ore su ventiquattro essi iniziano a diventare leggermente meno presenti. Durante le prime fasi del lavoro analizzare è impossibile perché non si sa abbastanza, perciò da principio è necessaria l’osservazione di quanto emerge, osservazione e nulla di più.4
I TIPI DI SCUOLA
Le scuole non sono tutte uguali, per un certo tipo di persone è necessario un certo tipo di scuola, per un altro tipo altre.
Migliaia di anni fa gli uomini arrivarono all’idea che l’uomo può cambiare, che può acquisire qualcosa che non aveva. Ciò che può acquisire è stato espresso in maniere diverse e affrontato da angoli diversi, ma l’idea generale è sempre la stessa: l’uomo si può sviluppare, può acquisire qualcosa di nuovo. Ecco allora che vennero create tre divisioni, tre tipologie di Via:
  • LA VIA DEL FACHIRO
È una Via lunga, difficile e insicura. Il fachiro lavora sul corpo fisico, per vincere il dolore fisico.
  • LA VIA DEL MONACO
Questa Via è più breve, più sicura e precisa. Richiede determinate condizioni, ma soprattutto richiede fede.
  • LA VIA DELLO YOGI
È la Via della conoscenza e della consapevolezza. Quando parliamo di Yogi parliamo in realtà soltanto di Jnana-Yoga, che è lo Yoga della conoscenza, che insegna a pensare in categorie differenti da quelle di spazio-tempo e di causalità, e di Raja Yoga, che è il lavoro sull’essere, sulla consapevolezza.
Sebbene sotto vari aspetti queste strade siano assai efficaci, la loro caratteristica è che fin dal primo momento in cui ci si imbatte in una di loro, bisogna rinunciare a tutto. Se viene conservata anche solo un piccolo aspetto della propria vita, non le si può seguire. Ecco perché esiste un’altra Via, maggiormente focalizzata sul lavoro interiore piuttosto che sulla rinuncia:
  • LA QUARTA VIA
La Quarta Via è una strada speciale, non assimilabile alla combinazione delle altre. Non è basata sulla rinuncia esteriore delle cose in quanto il suo assunto principale sul basa sul fatto che una persona deve iniziare il lavoro nelle stesse condizioni in cui si trova perché proprio quelle condizioni sono le migliori per ottenere qualcosa e, successivamente e se necessario, per diventare capace di cambiarle.
Sotto parecchi aspetti questa Via si dimostra più difficile delle atre poiché nulla è più arduo del cambiare se stessi internamente senza cambiare esternamente.
Nella Quarta Via una persona non deve credere a nulla ma deve essenzialmente apprendere.5
TEORIA E PRATICA DELL’APPARATO UMANO
Di tanto in tanto ci dava degli esercizi facili, “da asilo” diceva lui. Ci disse di scrivere un elenco di quelle che secondo noi erano le nostre caratteristiche positive o “buone”, e a fronte un elenco delle negative o “cattive”; di mettere via il foglio e di rileggerlo un paio d’anni dopo. Feci la lista e me ne dimenticai. La ritrovai fra le altre carte due o tre anni dopo e la lessi. Fu uno shock vedere che nessuna di quelle che avevo ritenuto buone caratteristiche – e la lista era piuttosto lunga – esisteva davvero; le mie vere caratteristiche erano quasi esattamente l’opposto di quelle buone. Avevo visto la realtà – la realtà su me stesso – capovolta. Io ero sottosopra e capovolto.6
Il Sistema appartiene ad una classe di Insegnamenti che considerano l’essere umano come un essere incompleto e lo studiano dal punto di vista del suo sviluppo.
Si parte dal presupposto che l’uomo non sia ciò che l’uomo stesso suppone di essere: ci attribuiamo parecchie qualità che non possediamo, prima tra tutte il fatto di essere consci. L’essere umano non è conscio, non può avere un’unità, né individualità, né un ego o un “io”. Tutte queste cose sono inventate dall’uomo per conservare l’illusione della consapevolezza. L’uomo può essere conscio, ma attualmente non lo è.
Questo Sistema capovolge tutto ciò che sappiamo o a cui abbiamo mai pensato. Per renderci conto del punto in cui normalmente si trova l’apparato umano, possiamo pensare ad una carrozza e ad un aeroplano. Un aeroplano ha parecchie possibilità che una carrozza non ha, tuttavia può essere usato come una carrozza. Sarebbe molto poco adatto, scomodo e assai costoso, ma lo si può sempre agganciare a dei cavalli e camminarci sulla strada. Supponendo che l’uomo che possiede l’aeroplano non sappia che ha un motore e che può muoversi da solo, e supponendo che apprenda che invece è possibile che lo faccia, ne consegue che presto potrebbe fare a meno dei cavalli e usarlo come una macchina. Anche la funzione della macchina è inadatta all’aeroplano, ma usufruirà di alcuni vantaggi aggiuntivi. L’uomo, studiando il motore, potrebbe giungere al punto di capire che l’apparato potrebbe volare: ecco cosa noi stiamo facendo a noi stessi, ci usiamo come una carrozza mentre potremmo volare.
Per quale ragione il nostro aeroplano non può volare? La prima ragione è che non conosciamo la macchina, come essa funzioni e come metterla in moto. La seconda ragione è che, come risultato di questa ignoranza, la macchina funziona ad una velocità molto lenta. Per seguire pienamente le idee e i metodi del Sistema dunque, è necessario riconoscere ed essere d’accordo su due punti:
  • il lento livello della consapevolezza,
  • l’assenza pratica di volontà e individualità nell’uomo.
Il raggiungere la consapevolezza è collegato con la graduale liberazione della meccanicità, perché l’uomo, così com’è, è interamente e completamente sotto leggi meccaniche.7
Con le parole di Gurdjieff:
Sì, è possibile smettere di essere una macchina, ma per questo è necessario prima di tutto conoscere la macchina. Una macchina, una vera macchina, non conosce se stessa e non può conoscersi. Quando una macchina conosce se stessa, da quell’istante ha cessato di essere una macchina; per lo meno non è più la stessa macchina di prima. Comincia già ad essere responsabile delle proprie azioni.8
Il primo passo nell’acquisizione della consapevolezza sta nel rendersi conto che non si è consapevoli, accompagnata dal superamento dell’illusione di essere svegli. Quando ci rendiamo conto di essere addormentati, vediamo che tutta la storia è fatta da gente addormentata. Uomini addormentati combattono, fanno leggi; altrettante persone addormentate li ubbidiscono o li disubbidiscono.
Le nostre peggiori illusioni sono le idee sbagliate tra cui viviamo e che governano la nostra vita. Se potessimo cambiare il nostro atteggiamento verso queste idee sbagliate e comprendere cosa sono, ciò sarebbe da solo un grande cambiamento che muterebbe immediatamente le cose.9
PREDISPOSIZIONE AL LAVORO
Per le persone che possono intraprendere seriamente un lavoro, tutto ciò che è possibile sapere con i mezzi ordinari sull’idea di esoterismo, sull’idea di conoscenze nascoste, sulle possibilità di una evoluzione interiore dell’uomo e così via, non dovrebbero apparire come qualcosa di interamente nuovo; altrimenti, diventa difficile parlare loro.
Può essere anche utile avere ricevuto una preparazione scientifica o filosofica. Se un uomo ha una solida conoscenza religiosa, questo può anche essere utile. Ma se aderisce ad una forma religiosa particolare senza comprenderne l’essenza, incontrerà grandi difficoltà.
In generale quando un uomo non sa quasi nulla, ha letto poco, ha pensato poco, è difficile parlare con lui. Tuttavia, se ha una buona essenza, c’è per lui un’altra via e si può fare a meno di ogni conversazione; ma in questo caso dovrà essere obbediente, dovrà rinunciare alla sua propria volontà.
Per avvicinarsi con serietà a questo insegnamento occorre essere stati precedentemente delusi, occorre avere perso ogni fiducia innanzi tutto in sé stessi, cioè nelle proprie possibilità, poi, in tutte le vie conosciute. L’uomo non può sentire ciò che vi è di più valido nelle nostre idee se non è rimasto deluso da tutto quello che ha fatto, da tutto quello che ha cercato. Se era un uomo di scienza, deve essere stato deluso dalla scienza. Se devoto, deluso dalla religione. Se dedito alla politica, deluso dalla politica. Se filosofo, deluso dalla filosofia. Se occultista, deluso dall’occultismo; e così via.
Bisogna però comprendere esattamente che cosa tutto ciò significa; se si dice, per esempio, che un devoto deve essere stato deluso dalla religione, questo non vuoi dire che abbia dovuto perdere la fede. Al contrario, questo significa che egli deve essere stato deluso soltanto dall’insegnamento religioso ordinario e dai suoi metodi. Comprenderà allora che la religione, così come viene insegnata ordinariamente, non è sufficiente per alimentare la sua fede e non può condurlo da nessuna parte.
Non importa quel che un uomo faceva prima o che prima l’interessava. Quando arriva al punto di essere deluso dalle vie accessibili, vale allora la pena di parlargli della Quarta Via, poiché può venire al lavoro. Ma se egli continua a pensare di poter trovare qualche cosa con l’abituale modo di vivere, o di non aver ancora esplorato tutte le vie, o di potere, da solo, trovare o fare qualsiasi cosa, ciò significa che non è ancora pronto.
Non vi è che una sola cosa incompatibile con il lavoro, ed è l’occultismo professionale. Tutti questi spiritualisti, tutti questi guaritori, chiaroveggenti od altri, e persino la maggior parte di coloro che li seguono, non devono sentire troppo di tali idee, poiché si servirebbero di tutto ciò che avranno imparato, per imbrogliare la gente.
In definitiva, coloro che non hanno cercato o che non stanno attualmente cercando, non ne hanno bisogno. E quelli che non si sono ancora scottati, non ne hanno ugualmente bisogno.10
LA CONDIZIONE PRIMARIA DEL LAVORO
La condizione imprescindibile per intraprendere il lavoro è rendersi conto del proprio stato presente. Quando uno si rende conto che inganna se stesso, che è addormentato e che la propria casa è in fiamme, permanentemente in fiamme, e che è soltanto per caso che il fuoco non ha raggiunto la sua stanza proprio in quel momento, quando uno si rende conto di ciò, egli vorrà fare sforzi per svegliarsi e non si aspetterà nessuna ricompensa speciale.
Poiché non ci rendiamo conto che la nostra casa è in fiamme ci aspettiamo sempre una ricompensa speciale. Cosa si può fare nel sonno? Si possono avere soltanto sogni diversi: sogni buoni, sogni cattivi, ma nello stesso letto.
I sogni possono essere differenti, il letto è lo stesso.11
________________________________
1 In C.S. Nott, Insegnamenti di Gurjieff, Lantana Editore, 2011 (pg. 196).
2 P.D. Ouspensky, La Quarta Via, Astrolabio, 1974 (pg. 8).
3 P.D. Ouspensky, La Quarta Via, Astrolabio, 1974 (pg. 141).
4 P.D. Ouspensky, La Quarta Via, Astrolabio, 1974 (pg. 206).
5 P.D. Ouspensky, La Quarta Via, Astrolabio, 1974 (pgg. 120 e sgg.).
6 C.S. Nott, Insegnamenti di Gurdjieff, Lantana Editore, 2011 (pg. 196) (pg 124).
7 P.D. Ouspensky, La Quarta Via, Astrolabio, 1974 (pgg. 38 e sgg.).
8 P.D. Ouspensky, Frammenti di un insegnamento sconosciuto, Astrolabio, 1976 (pg. 23).
9 P.D. Ouspensky, La Quarta Via, Astrolabio, 1974 (pgg. 38 e sgg.).
10 P.D. Ouspensky, Frammenti di un insegnamento sconosciuto, Astrolabio, 1974 (pgg. 269-172).
11 P.D. Ouspensky, La Quarta Via, Astrolabio, 1974 (pgg. 314-5)