sabato 19 settembre 2015

Scegliere una meditazione

19 settembre 2015
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Come primo passo scegli qualcosa che ti attira. La meditazione non dovrebbe essere uno sforzo che ti imponi. Se è una cosa imposta, sarà un fallimento in partenza. Una cosa imposta non ti condurrà mai alla naturalezza.
 Non serve creare conflitti inutili. Lo si deve capire, perché la mente ha una capacità naturale, una tendenza verso la meditazione, è sufficiente che le siano offerti oggetti che la attraggono.
Se in te il corpo è l'elemento dominante, esistono mezzi che ti possono far raggiungere Dio attraverso il corpo, perché anche il corpo appartiene a Dio. Se senti che il cuore è l'elemento dominante dentro di te, allora prega. Se senti che l'intelletto è in te l'elemento dominante, allora medita.

Ma le mie meditazioni hanno una peculiarità: ho tentato di creare metodi che siano utili a tutti e tre i tipi di individui. In essi si usa molto il corpo, ma si usa molto anche il cuore e l'intelletto. Ho riunito questi tre elementi per lavorare su persone diverse in modi diversi.
Corpo cuore mente: tutte le mie meditazioni hanno lo stesso orientamento. Partono dal corpo, passano attraverso il cuore, raggiungono la mente per poi andare oltre.

Ricordati sempre che qualsiasi cosa, quando ti diverte, può scendere in profondità dentro di te. Il fatto che ti diverte significa semplicemente che è adatta a te. Il suo ritmo è in sintonia con il tuo. Tra te e il metodo esiste una sottile armonia. Quando ti diverti con un metodo, non provarne altri, non essere avido: approfondisci quel metodo quanto più ti è possibile. Puoi praticarlo una volta ogni giorno e, se ti è possibile, due volte.
Più lo metti in pratica, più ti divertirà. Abbandona un metodo solo quando non ti dà più alcuna gioia: a quel punto la sua funzione si è esaurita. Cerca un altro metodo: nessun metodo ti può portare diritto alla meta finale; durante il viaggio dovrai cambiare diversi treni. Un metodo ti porta solo fino a un determinato stato dell'essere; da lì in poi non ha più alcuna utilità, si è esaurito.

Quindi devi ricordare due cose: quando un metodo ti diverte, approfondiscilo quanto più ti è possibile, ma non fissarti li, perché un giorno dovrai abbandonare anche questo. Se ti fissi troppo sul metodo, si trasformerà in una droga: non riuscirai più ad abbandonarlo. Non ti darà più alcuna gioia, non ti darà più nulla, ma ora sarà diventato un’abitudine. Per cui se continuerai ad usarlo, non farai altro che muoverti in cerchio: il metodo non potrà portarti più lontano.

Lascia che il criterio per decidere sia la gioia. Se ancora un metodo ti dà gioia persisti, va avanti fino all'ultima goccia di felicità: devi spremerla totalmente. Neppure una goccia di quel nettare deve essere sprecata… neppure una! E alla fine devi essere in grado di lasciarlo cadere: scegli un altro metodo capace di recarti nuova gioia. Si deve cambiare molte volte. Per ogni persona è diverso, ma è rarissimo che un metodo funzioni per tutta la durata del viaggio.
Praticare molte meditazioni non serve, perché potresti fare confusione, fare cose che si contraddicono tra loro e ottenere solo sofferenza.

Scegli due meditazioni e attieniti a queste. In realtà ti suggerirei di sceglierne una sola: questa sarebbe la cosa migliore. È meglio ripeterne una, che ti si addice, molte volte. In questo caso scenderà sempre più in profondità. Spesso si vogliono provare diversi metodi, un giorno uno, il giorno dopo un altro; infine se ne inventa qualcuno e ci si ritrova nella confusione. Nel Libro del Tantra sono raccolti centododici metodi di meditazione: puoi impazzire, sei già pazzo!

Le meditazioni non sono uno scherzo. Talvolta possono essere pericolose. Stai giocando con un meccanismo della mente delicato, molto sottile,: a volte una piccola azione di cui non eri consapevole può diventare pericolosa. Dunque non cercare di inventare un metodo tuo né di combinare più metodi insieme: scegline due e provali per alcune settimane.
                  La meditazione è una chiave per svelare il mistero dell’esistenza.

 Osho: Il libro arancione

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