mercoledì 29 luglio 2015

Prendi per mano l’ignoto


Si racconta che un giovane pienissimo d’ego andò a incontrare un grande mistico Sufi, Hassan. Il ragazzo aveva tutte le ragioni di essere egoico. Faceva parte della famiglia reale e aveva avuto come insegnanti i più illustri precettori della nazione. Aveva conosciuto gli illustri maestri di ogni eccelsa disciplina e si era recato da ogni illuminato di cui fosse venuto a conoscenza. Sapeva molte cose, aveva raccolto una vasta conoscenza, ed era un grande intellettuale. La sua memoria era perfetta e conosceva alla perfezione tutto il Corano, quindi aveva ogni ragione per essere egoico.
 

Quando arrivò da Hassan, cominciò col raccontargli che aveva vissuto con quel maestro e quell’altro, che aveva let­to questo e quest’altro. Hassan iniziò a ridere e quindi il giovane disse: “Perché ridi?” e si sentì un po’ irritato.
Hassan rispose: “Sarebbe stato
me­glio se avessi permesso a questi maestri di studiare te, piuttosto che tu studiare loro. Che grande sventura averli studiati e non aver permesso loro di studiare te. Avrebbero dovuto essere loro a studiarti, sarebbe stato molto meglio”.
 

Esistono misteri che è meglio non comprendere, piuttosto, lascia che il mistero comprenda te, ti darà una beatitudine più grande. Lascia che sia il divino a comprendere te, permettigli di conoscerti, perché non c’è altro modo per noi di conoscerlo. La nostra conoscenza non può che essere limitata.
Perciò, ti dico, invece di conoscere, partecipa. Tutto ciò che accade è mistico. Non è metafisica. Dissolviti in esso. 


Lascia andare la mente perché la mente cerca continuamente di capire solo per potere avere il controllo. La conoscenza è violenza e in profondità è conflitto. E ancora più in profondità è paura.
 

Per questo abbiamo paura di un estraneo. Dopo aver capito chi è, da dove arriva, a quale comunità appartiene, hai meno paura, perché pensi di sapere qualcosa di lui. E se ci vivi insieme per un anno hai ancora meno paura perché ne capisci gli umori, lo stile, ogni cosa. E se vivi con lui per vent’anni, te ne dimentichi totalmente. Che entra o esca dalla stanza non fa differenza. Ma quando lo hai incontrato, il primo giorno, era uno straniero. Avevi paura perché non potevi controllarlo, ora sai come farlo.
 

Quindi ricorda, il bisogno stesso di conoscere è frutto della paura. Partecipa, piuttosto, rilassati, prendi per mano l’ignoto e seguilo. Abbi fiducia e succederanno molte cose.
 

da: Osho, A Rose is a Rose is a Rose #15

http://www.oshoba.it/index.php?id=articoli_view_x&xna=137 

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