venerdì 22 agosto 2014

Ridere di cuore



In molte occasioni una bella risata è il toccasana: ti libera da energie represse e dai pesi della vita, ti rende più sano ed equilibrato
 
Preziosi testi di Osho apparsi su Osho Times n. 210



Osho,
quando ti ho sentito dire che ridere è un modo di liberarsi un po’ dall’infelicità, per la mia mente i conti non tornavano. Mentre ridevamo si sentiva come se l’isteria stesse riempiendo la sala e ancora mi chiedo: “Cosa è successo?”.

Puoi renderti conto di cosa è successo! Può sembrare isteria. Quando, ad esempio, comprendi qualcosa e sopraggiunge la risata per lenire l’infelicità, si rilascia una grande energia. Ogni comprensione rilascia un po’ delle energie accumulate dentro.
Ad esempio, non ridi tutto il giorno, solo di tanto in tanto. Non sei amorevole tutto il giorno, solo di tanto in tanto. Cosa succede all’energia in questi lunghi intervalli? Si accumula e se arrivi a comprendere un certo fenomeno avviene un grande rilascio ed è così forte che sembra un attacco isterico. Ma non è un attacco isterico, anzi si attenua un’energia che, in qualsiasi momento, avrebbe potuto diventare un attacco isterico.
Nei manicomi puoi trovare persone che ridono per ore e ridono così tanto da farsi venire le lacrime agli occhi. Sono pazzi poiché non sono riusciti a gestire il rilascio delle loro energie in modo sano, sicuro ed equilibrato.
Queste energie accumulate costituiscono un potenziale pericolo e la società nel suo complesso favorisce la repressione. Tutto deve accadere se­condo le buone maniere e l’etichetta. Non puoi mai farti una bella risata di cuore, la società non te lo permette.
Sembra che da una generazione all’altra ci sia una paura ricorrente nella società e cioè che è pericoloso permettere che l’uomo esprima tutte le sue energie, perché includono rabbia, violenza, gelosia, istinto suicida... e tante altre cose. Se si permettesse l’espressione di tutte queste energie, tutti impazzirebbero, non sarebbero in grado di controllarle. Quindi tutta la nostra società si basa sul controllo e la repressione. Ma questo non ha creato una bella umanità: forse ha evitato la totale follia, ma è un fenomeno negativo, non ha creato salute mentale.
Il mio approccio è semplice: le energie non devono essere represse, ma espresse e bisognerebbe trovare dei modi creativi di esprimerle.
In India ero solito visitare le prigioni per parlare con i carcerati e la cosa più strana che ho compreso è che  erano più innocenti di quanto non lo fosse la gente comune fuori. All’inizio mi ha stupito perché queste persone erano criminali: alcuni erano assassini, altri stupratori. Avevano fatto ogni genere di cose contro la legge, contro la società, contro l’ordine, ma sembravano molto innocenti e avevano una certa calma: sui loro volti non si vedevano la violenza, l’omicidio, o lo stupro... nessun segno. Fuori dalle prigioni, per la strada, sui volti delle persone si possono vedere tutti i crimini che reprimono.
La cosa mi fu chiara: queste persone non avevano represso nulla, avevano semplicemente fatto tutto ciò che era venuto loro in mente... lo avevano fatto e basta. Non si erano preoccupate del diritto e della società. La società naturalmente non può tollerarle, devono essere considerate criminali ed essere punite. Si tratta di una vendetta.
Lo chiesi a tutti i dirigenti delle carceri che avevo visitato... perché il governatore del mio stato era un uomo veramente innocente, quasi infantile, non era un politico. Era salito al potere perché quando il governo britannico se ne era andato, la questione non era di mandare al potere solo dei politici. La prima generazione di politici era quasi apolitica, perché l’India non era libera da quasi duemila anni, quindi la politica non esisteva. Quelle persone furono scelte per le loro qualità e in particolare i governatori perché non venivano eletti, erano nominati dal presidente.
Il presidente stesso era un uomo molto semplice. Era molto attratto dal mio modo di pensare e soleva dirmi: “Mi basta una cosa: quando morirò, a dio dirai soltanto che non ero un uomo cattivo”.
“Ma” rispondevo “dio non esiste e anche se ci fosse, non ho alcuna comunicazione diretta con lui!”.
Lui disse, “Non ti darò ascolto, non puoi imbrogliarmi. Devi promettermi che quando morirò dirai a dio che non ero un uomo cattivo”.
Ma io risposi: “Che strana idea! Non ho alcun dio e non credo che tu abbia bisogno di alcuna raccomandazione. Sei un brav’uomo, solo le persone cattive hanno bisogno di raccomandazioni”.
Era molto innocente e mi disse: “Se tu potessi andare nelle carceri ad aiutare quelle persone...”.
Avevo tempo e quindi iniziai a frequentare le carceri. Chiesi a tutti i dirigenti: “È mai diventato pazzo qualche criminale che abbia assassinato, violentato, o commesso qualsiasi altro grave crimine?”. E la risposta era sempre no.
Dissi: “Ci avete mai pensato? La gente impazzisce fuori, invece sono queste le persone che dovrebbero diventare pazze se la vostra teologia, le vostre religioni e le vostre cosiddette filosofie fossero corrette:  hanno fatto tutto ciò che ritenete sbagliato, ma sono così innocenti, semplici”.
Rispondevano: “No, non ci abbiamo mai pensato”.
Sembra che nessuno sia interessato all’evoluzione fondamentale dell’uomo. Questi criminali sono così innocenti, perché non hanno represso nulla: in questo consiste la loro innocenza. E poiché non hanno represso nulla per loro la follia è impossibile.
Non sto dicendo che tutti dovrebbero iniziare a commettere crimini per evitare di impazzire e diventare innocenti. Ciò che sto dicendo è che questo dà un indicazione sul fatto che le energie non vanno accumulate ma usate. E se vivessimo in una società giusta andrebbero usate in modo creativo.
La stessa violenza che uccide un uomo può scolpire uno stupendo buddha, perché la mano sprigiona energia sia che tagli la testa di qualcuno, o che intagli del legno o la pietra. Per la mano e l’energia non fa differenza: l’energia è sprigionata.
Ho conosciuto molti cacciatori in India, per caso perché ho girato per tutto il paese e spesso ero ospite nel palazzo di qualche maharaja. E tutti questi maharaja – ce n’erano centinaia in India – i loro figli e i loro fratelli, erano tutti cacciatori. Per la caccia avevano delle foreste riservate. Ma li ho trovati molto umani, la caccia assorbiva tutta la loro violenza. Dai loro volti si vedeva che non c’era alcuna tensione.
Ma anche cacciare animali è violenza. Si possono trovare modi per utilizzare l’energia senza causare danno ad alcuno, anzi creando qualcosa di bello.
In uno dei nostri gruppi di terapia un uomo si è fratturato una mano e questo episodio ha suscitato molta pubblicità negativa nei miei confronti  nonostante io non fossi coinvolto in alcun modo, non ero presente nel gruppo di terapia. Ma nessuno ha mai intervistato il diretto interessato.
Io l’ho chiamato e gli ho chiesto: “Come ti senti? Come consideri l’episodio?”. La frattura era ormai guarita e l’ingessatura rimossa. Lui rispose: “Sono stupito. Ho sempre avuto la sensazione che avrei potuto uccidere qualcuno. Dopo la frattura alla mano quella sensazione è scomparsa. Non so cosa sia successo, come sia successo, ma da quel momento mi sento molto umile, prima ero molto arrogante”. Forse la sua mano accumulava violenza e lui la reprimeva e la frattura ha rilasciato quell’energia.
Sono stato accusato dai giornali di tutto il mondo che nei miei gruppi di terapia si usava la violenza. Ma sono rimasto stupito: non un solo giornalista ha avuto il buon senso di intervistare quell’uomo per informarsi della sua esperienza. La sua esperienza era completamente diversa: si sentiva fortunato che fosse successo, perché un peso che si portava dall’infanzia era semplicemente scomparso.
Quindi in primo luogo: dobbiamo comprendere ogni energia – i suoi meccanismi e il suo funzionamento – ed esprimerla.
Ho creato una meditazione apposta per ridere e molte persone sono venute a dirmi che era qualcosa che non avevano mai sperimentato, che era stato quasi psichedelico. Era un attimo: appena il gruppo si sedeva iniziava a ridere. Cominciava uno e contagiava poi naturalmente alcuni altri, che ridevano semplicemente perché: “Questo idiota sta ridendo senza motivo”. Altri poi ridevano di loro e in poco tempo diventava  un fenomeno inconscio collettivo: tutti ridevano come non avevano mai riso, ma come avrebbero sempre voluto.
E sembrava un attacco isterico perché avrebbero voluto fermarsi, ma non erano in grado di farlo. Avevano aperto una porta che non erano più in grado di chiudere e questo li faceva ridere ancora di più.
“È strano! Non sta succedendo nulla, non c’è niente da ridere e rido come un matto”. E questo li aveva fatti ridere ancora di più! Ed è contagioso.
Dopo un’ora di risate sutti si rilassavano perché erano stanchi, ma in una grande pace... avevano espresso un’energia che la società non permette di esprimere a meno che non ci sia un’occasione appropriata: devi andare a vedere un film, devi leggere un libro, spettegolare o far discorsi senza senso per poterla esprimere.
Ma perché non esprimerla semplicemente? Siediti in un angolo e inizia. Sembra difficile, ma non lo è, è molto semplice: una volta che si inizia poi continua a crescere da sé.
Ho sviluppato molte meditazioni semplicemente per aiutare le persone ad alleggerirsi. E chiunque venga come osservatore esterno, a vedere penserà: “Questa gente è matta! Perché ridono?”.
Come se l’energia avesse bisogno di un qualche “perché”. Va espressa! Tutte le energie vanno espresse. Quelle che possono essere creative diventano creative e quelle che non possono essere creative diventano semplicemente innocue. Ed è sorprendente come, rilasciando le energie, diventi più leggero e equilibrato; diminuisce il rischio di impazzire.
E in secondo luogo, scoprirai crescere in te energie più fresche. Si creano continuamente in noi, attraverso il cibo, la respirazione, l’esercizio fisico, il sole, la luna, le stelle... l’energia si riversa in noi da ogni luogo. Ci si porta dietro un sacco di energia stantia e non si ha spazio per quella nuova. È sempre bene avere energia fresca e nuova, perché mantiene più giovani, più freschi, più lucidi, più intelligenti e più innocenti.
La meditazione sembrava isterica, non lo era. Ti stavi liberando dell’isteria, altrimenti l’avresti trattenuta dentro di te. Ed è bello che se senti qualcosa di simile in te, basta sederti nella tua camera e ridere. È la tua camera e nessuno può interferire, a meno che qualcuno non voglia unirsi...
E rimarrai sorpreso di come  gli altri gradualmente si uniranno, vedrai che si uniranno tutti. All’inizio forse verranno solo per vedere cosa sta succedendo e poi, osservando, resteranno catturati e parteciperanno.
In Giappone c’era un illuminato chiamato Hotei, il cui unico insegnamento era ridere. Lui rideva e i suoi discepoli ridevano. I suoi discepoli ridevano perché: “Questo è assolutamente assurdo! Nessun buddha ha mai riso! Tutti i buddha sono sempre stati seri; questo Hotei si pone al di fuori della categoria dei buddha”. Ma la sua risata era contagiosa e anche quelli che lo criticavano iniziavano a ridere e la cosa si diffondeva come un fuoco tra i suoi discepoli che se la godevano per ore... fino a quando ognuno di loro cadeva a terra, addormentato. Avevano riso così tanto che, lì sdraiati, sembravano tanti bambini piccoli.
Hotei era molto osteggiato dagli altri cosiddetti religiosi, ma le persone come Hotei non se ne curano. Dicono: “Che m’importa? Questo è il mio insegnamento, questa è la mia via. E se si può ridere lungo tutta la strada verso l’illuminazione, perché scegliere un’altra via?”.
E molti dei suoi discepoli si illuminarono semplicemente ridendo. Diventarono innocenti, si liberarono di ogni peso; lentamente compresero ciò che l’uomo stava facendo e gliene furono grati. Come insegnante non sarebbe stato forse così utile, ma aveva trovato qualcosa di esistenziale. Si spostava da un luogo all’altro con il suo gruppo di discepoli e, ovunque si trovasse, le persone ridevano...  anche le persone nelle città ridevano sentendo le risate della gente di Hotei. Ridevano e basta: “Non abbiamo mai sentito dire che la religione abbia che fare con le risate!”.
Ma nel vedere questo buddha, vedendo Hotei stesso e i suoi discepoli, dovevano ammettere che: “Qualunque sia il loro metodo – un po’ folle, bizzarro – Hotei ha cambiato la vita delle persone, le ha rese più sane,
più equilibrate”.

Tratto da: Osho, The Path of the Mystic #31
http://www.oshoba.it/index.php?id=articoli_view_x&xna=90 

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