venerdì 14 giugno 2013

Rilassare l'ombelico




 Al mattino, dopo che sei andato di corpo e hai liberato
gli intestini, prendi un asciugamano asciutto,
un asciugamano ruvido, e sfregati lo stomaco. Tira
in dentro la pancia e sfregala con forza. Inizia sul lato
destro e muoviti in modo circolare; continua a girare
intorno all'ombelico, senza toccarlo; sfrega con
forza, così da massaggiarti a fondo. Tira in dentro la pancia, in modo
da massaggiare tutti gli intestini. Ripeti questo massaggio ogni volta
che vai di corpo, fino a due o tre volte al giorno. Inoltre, durante il giorno,
tra l'alba e il tramonto mai durante la notte -, respira il più profondamente
possibile, tutte le volte che puoi. Più respiri a fondo, meglio è; e quanto più
profondamente respiri, meglio sarà. Ricorda però una cosa: il respiro deve partire
dall'ombelico, non dal torace; pertanto, quando inspiri, deve sollevarsi la pancia,
non il torace: inspirando, lo stomaco si espande, espirando si contrae.
Scordati il torace, come se non avesse nulla a che vedere con quanto accade.
Limitati a respirare con la pancia, in questo modo sarà come se, nell'arco
dell'intera giornata, facessi un sottile massaggio alla pancia.
 Osserva un bambino, mentre respira... è quello il modo giusto e naturale
di respirare. La pancia si alza e si abbassa e il torace resta del tutto inalterato,
non è toccato dal passaggio dell'aria. L'intera energia del bambino è focalizzata
vicino all'ombelico. Con il tempo perdiamo questo contatto.
Ci focalizziamo, bloccandoci sempre di più nella testa e il respiro diventa
sempre meno profondo. Dunque, ogni volta che te ne ricordi, nell'arco
della giornata, inspira quanto più profondamente ti è possibile;
ma fa' in modo che sia lo stomaco a essere utilizzato.
 Durante il sonno, tutti respirano nel modo giusto,
poiché non è presente alcuna interferenza della
mente. La pancia si alza e si abbassa e questo ritmo
diventa automaticamente profondo; non devi costringerlo
a diventare profondo: mantieniti semplicemente
naturale e diventerà profondo.
 La profondità è una conseguenza del suo essere
un ritmo naturale. 
Osho.

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