lunedì 29 ottobre 2012

OSHO:disfati del condizionamento sociale, è tutto pattume


 

 




Primo: tu non sei mai stato accettato così come sei dai tuoi genitori, dagli insegnanti, dai vicini, dalla società: tutti hanno cercato di perfezionarti, di renderti migliore.
Un continuo condizionamento negativo, ha generato in te questa idea: «Così come sono non vado bene, manca qualcosa. E devo essere altrove, non qui: questo non è il posto in cui dovrei essere, mi aspetta qualcosa di superiore, di più potente, di più dominante, un maggior rispetto, una fama più grande».
Questa è solo la metà di questa brutta storia, che sarebbe meglio non accadesse: si potrebbe facilmente evitare se le persone fossero un po’ più intelligenti nel loro essere madri, padri, insegnanti. Non si deve plagiare il bambino: dovete aiutare lo sviluppo del rispetto per se stesso, dell’accettazione di sé.
Ma la seconda parte è di un’importanza immensa. Anche se tutti questi condizionamenti fossero eliminati – vieni deprogrammato e tutte queste idee vengono tolte dalla tua mente –, comunque sentirai di non essere all’altezza; ma quella sarà un’esperienza totalmente diversa. Le parole sono le stesse, ma l’esperienza sarà diversa.
Tu non vai bene, nel senso che potresti essere di più. Non si tratterà di diventare famoso, rispettabile, potente, ricco: quella non sarà più una tua preoccupazione. Ciò che metterai a fuoco è il fatto che il tuo essere è solo un seme: nascendo, non vieni al mondo in quanto albero; nasci solo come un seme, e devi crescere fino a giungere a fioritura: quella fioritura sarà il tuo appagamento, la realizzazione.
Questa fioritura non ha nulla a che vedere con il potere, nulla a che fare con il denaro e i giochi politici: ha qualcosa a che fare unicamente con te, si tratta di un progredire dell’individuo.

 
Un seme deve viaggiare a lungo prima di fiorire. Questa pulsione è splendida: ti viene data dalla natura stessa. Ma la società, finora, è stata molto astuta; modifica, devia, distrae i tuoi istinti naturali in qualcosa di socialmente utile.
Questi sono i due aspetti che ti danno la sensazione che, ovunque ti trovi, manchi qualcosa: devi ottenere qualcosa, conseguire qualcosa, diventare un conquistatore, un arrampicatore.
Adesso ti occorre tutta la tua intelligenza per stabilire con chiarezza qual è la tua pulsione naturale, e qual è il condizionamento sociale: disfati del condizionamento sociale, è tutto pattume! Così che quella natura resti pura, incontaminata. E la natura è sempre individualistica.
Crescendo fiorirai: potresti diventare una rosa, qualcun altro potrebbe fiorire e diventare una margherita. Tu non sei superiore perché sei una rosa, lui non è inferiore perché è una margherita: entrambi siete giunti a fioritura, quella è la cosa importante; e quella fioritura darà un profondo appagamento.
Ogni frustrazione, ogni tensione scompare; su di te discende una profonda quiete, una pace che trascende ogni comprensione. Ma, come prima cosa, devi disfarti totalmente del pattume della società; altrimenti continuerà a distrarti.
Devi essere ricco, ma non facoltoso: la ricchezza è qualcos’altro. Un mendicante può essere ricco, e un imperatore può essere povero. La ricchezza è una qualità dell’essere.


Tratto da: The Transmission of the lamp
http://divinetools-raja.blogspot.it/2011/10/oshodisfati-del-condizionamento-sociale.html

mercoledì 24 ottobre 2012

Gli sciroccati di Dio

Bauls: gli sciroccati di Dio

La musica dei Bauls è una delle poche forme di musica folcklorica indiana conosciuta al di fuori dei confini del Paese. Ma i Bauls sono principalmente seguaci di un credo religioso che, con la loro musica, manifestano.

Sono i Bauls del West Bengala. 



Si vestono con un normale dothidalla vita in giù, ma coprono conalkhalla, stoffa color arancio simbolo di rinuncia, la parte superiore del corpo. A volte indossano curiosi camicioni patchwork, a quadretti di colori diversi. Non si tagliano i capelli, che annodano ordinatamente sulla sommità del capo o che ricoprono con turbanti. Portano al collo collane fatte di semi di tulsi, una pianta considerata sacra e simile al basilico. 
Baul website here


L'etmologia del nome dei Bauls viene fatta risalire al termine sanscrito Batula, che si può grossolanamente tradurre con sciroccato, matto, e che è strettamente relazionato con il vocabolo che indica il vento. L'alternativa pare sia la derivazione dal termine Vyakula, che significa irrequieto, disordinato. In entrambi i casi il significato è chiarissimo.

I Bauls possono essere divisi in due categorie, quelli di stretta osservanza ascetica e quelli che si dedicano alla musica. Si fa risalire la loro origine ai discepoli del mistico vishnuita Mahaprabhu Chaitanya, a sua volta devoto diJayadeva, che compose nel XII° secolo il Gitagovinda, il poema sull'amore mistico incarnato in quello tra Krishna e l'amata Radha, uno dei testi più amati e venerati nel Paese.

Il loro credo mostra anche influenze diverse, come il Sufismo e il Tantra ed è sostanzialmente è riconducibile al movimento Bhakti; nega usanze radicatissime come la separazione delle caste e l'adorazione di idoli, rifiutando il concetto di divinità come entità altra essendo volto alla ricerca del Dio spontaneo interiore, Sahaja MANUSH. (Source – Osho Book “The Beloved, Vol 1″)


La loro musica si distingue nettamente dalla musica classica indiana, niente sitar o tabla, è suonata con strumenti di antichissima origine e, al contrario della musica colta, non richiede particolari studi. Sono menestrelli itineranti, cantori mistici mendicanti, che consacrano la loro esistenza alla danza, al canto e alla musica, predicando la gioia intima della fratellanza umana, la presenza divina nel cuore di ogni uomo. 
Vivono spesso a coppie e adottano bambini abbandonati, tramandando loro le liriche e la musica, che consta di diverse scuole, seguendo la tradizione di insegnamento Guru - Shishya, maestro - discepolo. Perchè Baul non si nasce, lo si diventa dopo una cerimonia di iniziazione. Le donne non soffrono delle classiche restrizioni locali, possono risposarsi o vivere sole nel massimo rispetto della comunità. I Bauls compartono esteriormente alcuni atteggiamenti e aspetti con i Sadhus, come il consumo di cannabis, la proibizione di consumare carne o la mendicità.

Gli strumenti musicali sono generalmente da loro stessi costruiti:
  • Ektara, uno strumento a una sola corda.
  • Dugi, un piccolo tamburo.
  • Dotara, uno strumento dal lungo manico a 4 corde.
  • Khamak, uno strumento che unisce percussioni e corde.
  • Korotal, i cimbali indiani.
  • Gungur e Nuppur, i sonagli da caviglia.
  • Bansuri, flauto di canna.
La musica dei Bauls celebra l'amore celestiale attraverso temi terreni, trascendendo le religioni codificate; alcuni dei più celebri compositori Bauls, come Lalan Shah, furono infatti musulmani di nascita. I testi delle loro canzoni e il loro stile di vita influenzarono fortemente la cultura bengalì, soprattutto nel XIX° e XX° secolo, segnando profondamente la poesia e la visione di Rabindranath Tagore. Nabani Das Kapha Baul, leggendario cantante e poeta mistico, fu amico intimo del premio Nobel bengalì. Il suo già antico lignaggio proseguì poi con la musica del figlio Purna Das Baul, l'ottava generazione della stirpe.

Purna Das è celeberrimo in Bengala; collaborò con Bob Dylan negli anni '60 che ne volle l' immagine sulla copertina del suo disco John Wesley Harding, del 1968.

Oggi i Bauls sono spesso vittime di emarginazione e attacchi, a causa della loro non ortodossia, da parte delle due comunità principali, indù e islamica, ma la loro musica è sempre apprezzata nei Mela, le fiere, della zona.

Baul Songs



UNESCO: Representative List of the Intangible Cultural Heritage of Humanity - 2008

Description: 
The Bauls are mystic minstrels living in rural Bangladesh and West Bengal, India. The Baul movement, at its peak in the nineteenth and early twentieth centuries, has now regained popularity among the rural population of Bangladesh. Their music and way of life have influenced a large segment of Bengali culture, and particularly the compositions of Nobel Prize laureate Rabindranath Tagore. 

Bauls live either near a village or travel from place to place and earn their living from singing to the accompaniment of the ektara, the lute dotara, a simple one-stringed instrument, and a drum called dubki. Bauls belong to an unorthodox devotional tradition, influenced by Hinduism, Buddhism, Bengali, Vasinavism and Sufi Islam, yet distinctly different from them. Bauls neither identify with any organized religion nor with the caste system, special deities, temples or sacred places. 
Their emphasis lies on the importance of a persons physical body as the place where God resides. Bauls are admired for this freedom from convention as well as their music and poetry. Baul poetry, music, song and dance are devoted to finding humankinds relationship to God, and to achieving spiritual liberation. 
Their devotional songs can be traced back to the fifteenth century when they first appeared in Bengali literature. 
Baul music represents a particular type of folk song, carrying influences of Hindu bhakti movements as well as the shuphi, a form of Sufi song. Songs are also used by the spiritual leader to instruct disciples in Baul philosophy, and are transmitted orally. The language of the songs is continuously modernized thus endowing it with contemporary relevance. 
The preservation of the Baul songs and the general context in which they are performed depend mainly on the social and economic situation of their practitioners, the Bauls, who have always been a relatively marginalized group. Moreover, their situation has worsened in recent decades due to the general impoverishment of rural Bangladesh.

Country(ies): Bangladesh
http://manas-vidya.blogspot.it/2012/02/unesco-representative-list-of.html

martedì 23 ottobre 2012

La nostra paura più profonda














La nostra paura piu’ profonda non e’ di essere inadeguati, la nostra paura piu’ profonda e’ di essere potenti oltre ogni limite.

E’ la nostra luce non la nostra oscurita’ a spaventarci.

Ci chiediamo: “chi sono io per essere brillante, straordinario, ricco di talenti”?

Ma in realta’ chi siamo per non esserlo?
Siamo figli di Dio. Farsi umili non serve al mondo.
Non c’e’ niente di illuminato nello svilirsi affinche’ gli altri abbiano certezze su di noi.

Appena lasciamo risplendere la nostra luce inconsciamente permettiamo agli altri di fare altrettanto.
Appena ci liberiamo dalla nostra paura la nostra presenza libera - all’istante - gli altri.

M. Williamson
 http://manas-vidya.blogspot.it/2006/08/la-nostra-paura-piu-profonda.html

lunedì 22 ottobre 2012

L'abbraccio

 
Manas Vidya: L'abbraccio: “L’analisi è la via della mente, l’abbraccio è la via del cuore. La mente è la causa di tutti i disagi, il cuore è la sorgente di og...

sabato 20 ottobre 2012

L'ATTENZIONE E' LA PORTA D' ORO

 L’Attenzione abita il Momento. L’Attenzione è fuori dal tempo, silenziosa, non mentalizzabile. L’osservatore infatti non ha mai nulla da dire su ciò che osserva. L’osservazione non è un’azione, è uno stare. Ciò che davvero sei, si trova alle spalle di ciò che pensi di essere. Osservare non significa pensare; l’osservazione è lo sfondo immutabile su cui avviene ogni pensare. Il trucco sta nel ricordarselo costantemente. Un risvegliato è qualcuno nel quale l’attività mentale del pensare e la coscienza di sé (=l’osservatore) sono divenuti due fenomeni ben distinti. Il risvegliato si è allontanato dalle funzioni interne della macchina biologica e si è identificato con la coscienza di sé, l’anima, il puro ESSERCI. L’Attenzione – l’ESSERCI – è il Segreto degli Alchimisti. Il mio unico compito in quanto guerriero – in quanto Figlio del Momento – è portare l’Attenzione del mio ESSERCI sull’attività della macchina biologica. In virtù della costante osservazione, a un certo punto le funzioni della macchina cominciano a essere percepite come “esterne” a me. Ciò significa che sono sempre meno schiavo dell’apparato psicofisico e mi sto identificando con l’ESSERCI. Far precedere qualunque altra attività a questa, sarebbe follia. Ogni atto che non origina dall’ESSERCI è un atto scomposto, insensato; è come una persona che tenta di uscire dalle sabbie mobili tirandosi per i capelli. Tuttavia, pur sapendo questo, dobbiamo continuare ad agire ogni giorno nel mondo. Ma il saperlo fa già la differenza. Questo ESSERCI è Pace. La Pace non può essere cercata in una situazione esterna. La Pace non è assenza di guerra, come credono i moderni. La Pace è uno stato di totale rilassamento, uno stato di non-identificazione con l’attività caotica della mente. Tutti noi possiamo divenire capaci di procurarci Pace a volontà, tutte le volte che lo vogliamo e in qualunque circostanza. Otteniamo questo stato di libertà quando siamo capaci di contattare la Pace che si trova in qualunque momento, anche adesso mentre stiamo leggendo, negli anfratti più profondi del nostro essere. Proprio in quei luoghi dove non portiamo mai l’Attenzione.

L’Attenzione continuamente rivolta al momento presente è la nostra salvezza. In questo modo le sofferenze, le tribolazioni, le preoccupazioni… divengono oggetti differenti da ciò che noi veramente siamo, vengono ridimensionate e collocate al loro posto: nel guscio esterno. Noi diveniamo lo sfondo immutabile e pieno di Pace sul quale accadono tali increspature superficiali e prive di reale importanza. Ogni preoccupazione di oggi, ci farà un giorno sorridere. Rivolgere l’Attenzione al momento presente e rivolgere l’Attenzione al proprio corpo… significano la stessa cosa. Vedremo più avanti come sia preferibile focalizzarsi proprio sul corpo al fine di ottenere risultati più rapidi. Il mio ESSERCI è al di fuori del tempo e si può esprimere solo nel Momento e solo in QUESTO momento. Io non trovo me stesso nelle funzioni della mente, ma solo nella Pace che staziona al di sotto di questo funzionare. Stare nel presente è la Via per accostarsi a sé. Passato e futuro mi riagganciano al lavorìo della mente, mentre l’Istante mi conduce in una dimensione superiore, non contemplata dalla mente e da cui la mente rifugge, perché nel momento presente la mente non ha più spazio e non può muoversi a suo piacimento come è abituata a fare nei ricordi e nelle anticipazioni. Il momento presente è la Porta d’Oro che conduce a me e alla mia Pace. Occorrono perseveranza, forza di Volontà e Amore per se stessi. Amore per il proprio sonno. Sì… anche amore per il proprio sonno. Il rifiuto del sonno non può che essere mentale, e ci ricaccia nel sonno stesso. Solo l’amore per il sonno della macchina la sveglia, il fastidio verso le sue abitudini la tiene addormentata. L’Attenzione è perseverante, inamovibile… ma allo stesso tempo morbida e compassionevole. Il mondo esterno, attraverso le sensazioni, ci distrae e ci seduce. Questo tiene la coscienza identificata con la macchina biologica e addormentata al suo interno. Allora il mio ESSERCI e la

macchina divengono un tutt’uno inscindibile. Per cui posso affermare che “io sono la macchina”. Mentre passeggiamo per strada e stiamo conducendo inumani sforzi per restare presenti a noi stessi, è sufficiente un rumore, un’automobile che passa, una persona che ci urta… per distrarci dalla nostra Presenza. Per portarci “fuori di noi”, talvolta anche per ore. L’Attenzione è la nostra salvezza, ma è anche un fiore delicato, una farfalla che si posa sul palmo della nostra mano. Basta un fremito della pelle e vola via… ed è persa. L’Attenzione applicata a lungo su ogni attività della macchina porta INEVITABILMENTE al Risveglio, ossia alla separazione fra l’attività mentale e la coscienza di tale attività. Io non parlo di filosofia, ma di pratica. O meglio, per me a un certo punto la filosofia – che è stata la mia grande passione giovanile – deve necessariamente sfociare nella pratica. Tutto ciò che hai pensato perde valore se non hai contattato la tua anima, ma ti sei limitato a ipotizzare l’esistenza di un’anima. È la stessa differenza che corre fra il parlare d’amore e l’innamorarsi.

Nel fervore neo-spiritualista tutti parlano di voler tornare all’Uno… ma nessuno si preoccupa di risvegliarsi prima, gradualmente. Con approssimazione simile a quella di un “esperto” televisivo, si saltano a piè pari tappe iniziatiche che sono lì da migliaia di anni. Infatti tutti ne parlano ma nessuno ci riesce. Parlare dell’identità con l’Uno non costa nulla, mentre Lavorare su di sé per raggiungere obiettivi più reali costa… eccome. Il Risveglio attraverso l’Attenzione spaventa proprio perché è fattibile e dipende dal nostro impegno. Se a una macchina capita un episodio di Unità con il Tutto prima che questa sia stata risvegliata dall’amorevole, inamovibile Attenzione dell’anima, le conseguenze solitamente sono gravi. Si va dai problemi psichiatrici alle malattie organiche. Nella migliore delle ipotesi uno crede per il resto della sua vita di essersi illuminato e fonda un ashram! Quando – grazie all’applicazione dell’Attenzione – avete sperimentato i primi istanti di Presenza, inevitabilmente vi innamorate di essi. Vi rendete conto che la vita è diversa quando “ci siete” e avete la piena gestione di fisico, emotivo e mentale. Siete il Padrone in casa sua, il Re che si è ristabilito nel suo Regno. È una sensazione di Gioia, Amore e Potere allo stesso tempo. È Ulisse che ritorna a Itaca, è il Conte di Montecristo che evade dalla prigione per riprendersi ciò che gli era stato sottratto. Io non vi parlo di illuminazione – non so cosa sia – o esperienze di Unità con il Tutto. Vi sto parlando di sentirsi anime dentro un corpo e prendere finalmente “possesso di sé”, della propria mente e delle proprie emozioni. Acquisire libero arbitrio, sentirsi un vero Io finalmente dotato di un Cuore e non più una marionetta nelle mani del mondo. Non sto trattando di un’ipotesi, sto parlando sinceramente di ciò che vivo tutto il giorno tutti i giorni. Forse un giorno m’illuminerò anch’io… non lo so. Pare che non si possa fare nulla per giungere alla cosiddetta illuminazione, per cui credo sia inutile pensarci o leggere qualcosa a riguardo. Sicuramente si può fare molto per raggiungere la Pace di cui vi sto parlando. Dopodichè vi assicuro che l’illuminazione non vi ossessionerà più. L’illuminazione diventa un obiettivo quando vivi male. Ma quando gestisci bene l’apparato psicofisico che ti è stato messo a disposizione e sperimenti la serenità di cui è intriso il momento presente, che bisogno hai di cercare l’illuminazione? Eventualmente ti limiti ad accoglierla quando

arriva… ma quasi con fastidio.

Nell’ESSERCI i movimenti divengono precisi, consapevoli, intensi, centrati… anche quando devono essere rapidi per necessità contingenti. Ogni atto possiede equilibrio ed è carico di energia, per cui vi muovete molto meno, parlate molto meno… e pensate molto meno. Quando non è necessario pensare – quasi sempre – la mente si trova in stand-by, disattivata, inerte c’è solo la Pace dell’ESSERCI. C’è solo l’istante che state vivendo; nulla prima e nulla dopo. Siete i Figli del Momento. Mentre qualcuno vi parla, vi riempite di Pace e vi innamorate di lui. Faticate a non mettervi a piangere, perché ne cogliete l’anima oltre la personalità. Ogni suo gesto, ogni espressione e ogni aspetto del suo corpo significano qualcosa di antico. Potete scorgere la storia millenaria della sua anima nel suo sorriso così come nella larghezza dei suoi fianchi! Questo è il segno più sicuro dell’avvenuto Risveglio: la scomparsa del giudizio. Non c’è più nessuno di sbagliato, non vi scagliate più contro il mondo pieni di rancore. Io sono questo e il mio compito è trasmettere questo. Trasmettere che ci si può svegliare dal sogno della macchina a patto che si sia sufficientemente perseveranti. Vi avviso che occorre un po’ più tempo che per imparare un ballo latino-americano o prendere una laurea in medicina. Non si ottiene in un week end. Ve lo comunico perché possiate aggiornare la vostra agenda degli appuntamenti. Io l’ho fortemente voluto e l’ho fatto.Io non sto divulgando più di ciò che ho fatto. Questo è il motivo per cui le persone leggendo i miei libri provano sensazioni di semplicità, linearità, immediatezza, scorrevolezza… che fanno apparire facile e quasi banale ai loro occhi un percorso interiore che di norma viene percepito come astruso e complesso. Ho conosciuto personalmente altri che lo hanno fatto prima di me e altri che lo hanno fatto dopo. I loro nomi non sono famosi perché il loro compito non concerne la divulgazione. Tanti altri si trovano su questa medesima Scala, su gradini diversi, tutti di pari dignità, e osservano miglioramenti in se stessi ogni giorno della loro vita. Siamo felici di stare salendo su questa antichissima Scala, poiché è un onore averne calcato anche solo il primo gradino, il che accade quando si realizza di essere prigionieri… e si comincia a cercare una via di fuga. Io incarno e parlo dell’uomo numero 5 a cui ha accennato anche Gurdjieff nei suoi insegnamenti. Essere numero 5 implica taluni conseguimenti piuttosto bizzarri: una Presenza costante, un Cuore aperto, la capacità di vivere nel momento presente e… conseguenza ultima… l’immortalità dell’anima. È infatti proprio quest’ultima a causare il senso di Pace e Quiete che caratterizza chi si trova in tale stato di coscienza. Non ci può essere Pace per chi ancora si percepisce mortale, al di là del fatto che, sul piano mentale,

sia convinto dell’immortalità dell’anima. Ripeto: pensare all’amore non equivale a innamorarsi.

Se dentro di me si annida ancora il senso della mortalità – provocato dall’identificazione con il guscio meccanico esterno – allora una profonda atavica paura di morire sarà tuttavia in grado di condizionare i miei gesti e le mie parole. Senza Risveglio non c’è assenza della paura di morire, e in presenza della paura di morire non ci può essere libertà di espressione. L’Attenzione adagiata in maniera delicata ma allo stesso tempo inesorabile sulle quotidiane attività della macchina, provoca tre effetti particolari: Primo. L’ESSERCI – ossia la coscienza che osserva – progressivamente si disidentifica dalla macchina stessa. Detto in altre parole, a forza di osservare l’apparato psicofisico, diveniamo qualcosa di diverso dall’apparato psicofisico. Secondo. La macchina viene progressivamente portata nello stato di veglia. Terzo. La macchina con il tempo è costretta a modificare naturalmente quei comportamenti che non sono più funzionali allo stato di veglia. In altre parole, diventiamo diversi. L’Attenzione va portata in maniera particolare sul corpo.Questo fa sì che la mente – o almeno un “centro” ben preciso all’interno di essa (ma non è qui il caso di addentrarsi in particolari di fisiologia occulta) – venga impiegata per il Lavoro di osservazione. Questo tacita la mente e libera il campo, in misura progressivamente sempre maggiore, alla Presenza Volontaria e alle Emozioni Superiori (=l’attività del Cuore, ossia il centro emozionale superiore). Queste due funzioni non possono svilupparsi fino a quando noi in quanto anime restiamo affascinati dal dialogo interno della mente, la “voce nella testa” che ci accompagna tutto il giorno, il flusso del pensiero associativo che ci tiene schiacciati nel nostro sonno. L’Attenzione orientata al proprio corpo sospende il flusso del pensiero associativo – un bazar di preoccupazioni o fantasie – che tiene la coscienza, l’ESSERCI, ancorato alla macchina. L’Attenzione interrompe il segnale che collega anima e personalità e che tiene la prima schiava della seconda. Grazie all’Attenzione l’anima si emancipa dalla macchina biologica. Il corpo rappresenta la via più breve e più sicura, poiché il mentale e l’emozionale ci trascinano tra il passato e il futuro – persi in fantasie, ricordi e proiezioni – ma il corpo no, il corpo è sincero: è sempre QUI ed è sempre ORA. Tornare a lui con l’Attenzione significa tornare al momento presente. È il modo più certo per non perdersi nell’ambiente illusorio del sogno. È il “filo di Arianna” che ci conduce fuori dal labirinto. Ciò che pensiamo è un sogno (alle volte un incubo), ciò che proviamo emozionalmente è un

sogno… ma il corpo è reale e non mente. L’applicazione dell’Attenzione richiede Volontà, la quale si sviluppa attraverso gli esercizi di »ricordo di sé« che illustro nei miei due libri Risveglio e La Porta del Mago. D’altronde l’acquisizione di libero arbitrio pretende lo sviluppo della Vera Volontà nell’essere umano. Non è qualcosa che può essere dato dall’esterno e non accadrà per il solo fatto che una certa percentuale dell’umanità lo avrà raggiunto. Per quanto a qualcuno possa apparire strano – e questo la dice lunga sul suo livello di coscienza – risvegliarsi è differente dall’insegnare a delle scimmie come si sbucciano le patate!Ciò che si ottiene in maniera meccanica non può che essere di natura meccanica. Il libero arbitrio non è meccanico e può essere ottenuto solo per mezzo di sforzi volontari e protratti.

Unicamente una dura Disciplina – paragonabile a un addestramento di arti marziali – mi ha permesso di distogliere il mio sguardo meccanico da pensieri ed emozioni, ai quali avevo sempre concesso un’importanza spropositata, per incanalarla nell’osservazione delle attività motorie della mia macchina. Questa Disciplina da monaco-guerriero mi ha portato a separare i miei processi mentali da ciò che io sono veramente… risvegliandomi. È stata dura come allenarsi per partecipare alle Olimpiadi, in quegli anni ho rinunciato a tante cose, ma ricordo quel periodo come il più bello e il più avventuroso della mia vita. Sia l’interno che l’esterno faranno di tutto per tenerci nel sonno. Le preoccupazioni, le ansie, i progetti, le fantasie, le speranze… i malesseri e i benesseri interiori… remeranno ogni giorno contro i nostri sforzi per svegliarci, distraendoci. Le persone intorno a noi, i rumori, i colori, gli slogan, i pericoli e le attrazioni, il sedere di un bell’uomo o di una bella donna… faranno di tutto per distogliere la nostra Attenzione – l’unica arma in nostro possesso – dalla macchina biologica. Sarà come passeggiare dentro un luna park affollato, mentre mentalmente proviamo a risolvere un’equazione. La macchina esegue un vasto numero di movimenti che sono fuori dal nostro controllo. Si gratta, tamburella, si sposta, si morde la lingua, si tocca… mentre guida, mentre cammina, mentre parla, anche mentre tiene conferenze sul Risveglio, sulla spiritualità, sull’identità con l’Uno. [Assistere a un relatore che parlava con veemenza di risveglio al suo pubblico, mentre periodicamente,

obbedendo a una meccanicità profonda, la sua mano andava con gesti inconsapevoli a strizzare ora la zona genitale ora la zona dei glutei... è stato per me esilarante, e mi ha fatto capire fino a che punto in questo periodo storico il bisogno di ottenere delle risposte da parte delle persone stia ormai rasentando la disperazione.] Guidare con uno sforzo volontario l’Attenzione sulle molteplici attività dell’apparato psicofisico ci consente di conoscerlo. Ci permette di far emergere a livello cosciente ciò che prima restava inconsapevole. Osservare in diretta – proprio mentre sta accadendo – cosa succede alla nostra macchina quando è in imbarazzo, quando è arrabbiata o si sente impotente, risulta essere un esercizio di importanza capitale! Mentre passeggiamo, parliamo, guidiamo, prendiamo il caffè… ricordiamoci di osservare consapevolmente come si muove il nostro corpo. Adagiamo l’Attenzione su quello splendido apparato che ci è stato messo a disposizione dalla vita. All’inizio e per un lungo periodo di tempo basterebbe portare avanti con giusta Disciplina e sufficiente Forza di Volontà questa attività di osservazione per ottenere risultati straordinari in termini di risveglio della macchina. Vi assicuro che funziona, non perché mi rifaccio a una scuola tradizionale o perché me lo hanno suggerito dei maestri, ma per il semplice motivo che io l’ho sperimentato sulla mia pelle e ha funzionato… e oggi sono un’anima immortale, un Figlio del Momento. Io sono la prova vivente che applicandosi si può ottenere il Risveglio. Ma quanti oggi sono capaci di addestrarsi tutti i giorni tutto il giorno, come antichi praticanti di Arti Marziali?

Come si muovono le nostre mani? Qual è l’espressione del volto? Quali posture assume la macchina per manifestare quell’emozione? I muscoli della spalle sono contratti? Sentiamo caldo al plesso solare, o nel volto, o un senso di oppressione al centro del petto? Provate, per esempio, prima a portare l’Attenzione e poi a rilassare i muscoli del corpo nel bel mezzo di un’arrabbiatura, a cominciare da quelli del viso. Questo vi costringerà a essere presenti. Quali muscoli stiamo contraendo inutilmente mentre facciamo l’amore? Perché teniamo la fronte aggrottata alla stregua di un ominide primitivo che sta sfruttando l’ultima occasione possibile per riprodursi? Questo genere di osservazione dovrebbe rappresentare la prassi nello studio delle Arti Marziali. Le Arti Marziali, come suggerisce l’espressione stessa, dovrebbero forgiare guerrieri e guerriere, non solo di nome ma anche di fatto: individui che governano la loro macchina, sanno vivere nel Momento e hanno sviluppato un Cuore aperto. Ma so che ciò non accade, se non in alcune rare scuole tenute da individui che stanno essi stessi svolgendo un lavoro di Risveglio. Salvatore Brizzi
Re Interiore: L'ATTENZIONE E' LA PORTA D' ORO

lunedì 15 ottobre 2012

Marijuana e bugie: la demonizzazione di una delle piante più utili all'uomo


“Quando cominciai a occuparmi della marijuana nel 1967, non dubitavo che si trattasse di una droga molto nociva che, sfortunatamente, veniva usata da un numero sempre maggiore di giovani incoscienti che non ascoltavano o non potevano capire i moniti sulla sua pericolosità. La mia intenzione era di descrivere scientificamente la natura e il grado di questa pericolosità.
Nei tre anni successivi, mentre passavo in rassegna la letteratura scientifica, medica e profana, il mio giudizio cominciò a cambiare. Arrivai a capire che anch’io, come molte altre persone in questo paese, ero stato sottoposto a un lavaggio del cervello. Le mie credenze circa la pericolosità della marijuana avevano scarso fondamento empirico. Quando completai quella ricerca, che ha rappresentato la base per un libro, mi ero ormai convinto che la cannabis fosse considerevolmente meno nociva del tabacco e dell’alcol, le droghe legali di uso più comune”.
Queste poche righe rappresentano l'introduzione del libro “Marijuana, la medicina proibita”, scritto nel 2002 da Lester Grinspoon. Chi è, perchè afferma ciò e come argomenta le proprie tesi? Vale la pena scoprirlo, in modo da capire l'opera di disinformazione che tutti noi abbiamo subito.
Lester è un famoso psichiatra statunitense, nonché detentore di una cattedra all’Università di Harvard, uno dei più prestigiosi atenei al mondo. Oltre ad esercitare la propria funzione, Grinspoon ha studiato e scritto libri in merito ad un tema tabù su cui troppo spesso il silenzio e l'ipocrisia dominano: l’uso a scopo terapeutico della canapa, o se preferite cannabis.
E' importante precisare che Grinspoon non ha mai negato gli effetti deleteri che il consumo di cannabis ha sul corpo umano, ma ha più volte dichiarato che gli effetti di quella che si pone come una delle più diffuse droghe leggere, sono molto meno pericolosi rispetto a quelli provocati da molti farmaci tutt'ora in commercio.



                              La storia della marijuana, infatti, è lunga, tortuosa, ma soprattutto nascosta. Gli effetti positivi dell'unica pianta del pianeta che si può coltivare a qualunque latitudine, sono da sempre tenuti ben protetti. Vediamo il perché.
Le più antiche civiltà, fino agli inizi del secolo scorso, si sono da sempre avvalse di questa pianta eccezionale, fino a quando la marijuana fu demonizzata come pianta esclusivamente legata all'uso stupefacente.
Fu proprio nel '900, infatti, che nascenti gruppi industriali americani puntarono allo sfruttamento del petrolio per l'energia, delle risorse boschive per la carta e delle fibre artificiali per l'abbigliamento. In questi settori, gli stessi gruppi investirono una notevole quantità di denaro che sarebbe andato perso se non fosse stata combattuto, demonizzato e demolito l'uso della marijuana per gli scopi sopra riportati.
Fu così che i colossi dell'economia, iniziarono un'operazione mediatica di demonizzazione rapida ed efficace di questa pianta con l'ausilio dei giornali che la definirono "la droga del diavolo".
Da questa situazione di consenso popolare al bando della cannabis, fu facile arrivare ad una legge che stabilisse la sua illegalità; fu altrettanto elementare capire che da quella stessa legge, al successo delle aziende che avevano investito in settori che si avvalevano di altre risorse per produrre materiali che la cannabis aiutava a produrre con dispendio di energie e soldi decisamente inferiore, il passo fu altrettanto breve.
Il mercato fu, infatti, invaso da fibre sintetiche (nylon, teflon, lycra), l'automobile si indirizzò definitivamente all'uso del motore a benzina (il primo motore costruito da Diesel funzionava con carburante vegetale) mentre in Sud America iniziava la devastazione sistematica delle foreste per la produzione di carta.

Come prodotto tessile, la cannabis è circa quattro volte più morbida del cotone, quattro volte più calda, ne ha tre volte la resistenza allo strappo, dura infinitamente di più, ha proprietà ignifughe, e non necessita di alcun pesticida per la coltivazione. Come carburante, a parità di rendimento, costa circa un quinto, e come supporto per la stampacirca un decimo.
Chi osa ancora definire la nostra una società tecnologica ed avanzata alzi la mano.

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lunedì 1 ottobre 2012

Autoerotismo? E' ancora un tabù!

 
 Ricordate il fortunatissimo spot pubblicitario"turismo fai da te? Nooo... alpitour!!!" Ebbene provate a sostiuire 'turismo' con sesso e sctaenerete un vespaio di Nooo!!! Ma che ti viene in mente? E allora cari bigotti e care bigotte, copritevi gli occhietti e tappatevi le orecchie! Chi si masturba? Io? No! Certo che no!!! Ma stiamo scherzando, che sciocchezze sono queste... nessuno lo dice, ma poi tutti lo fanno. Procurarsi del piacere da soli è la cosa più naturale e spontanea di questo mondo! Non c'è nulla di che vergognarsi. Negarlo non ha senso! E a scendere in campo su questo terreno che ancora scotta è una Vip del grande schermo che non ha nessuna paura di bruciarsi, Asia Argento. In un'intervista a "Donna Moderna" l'attrice sostiene che a causa del maschilismo e del pudore "l'autoerotismo è un argomento di cui si parla troppo poco. E’ ancora un tabù". Ma per Asia, che di ruoli trasgressivi ne ha interpretati tanti "non c’è niente di scandaloso”. Come per ogni cosa però, serve del tempo per farlo bene: "Non lo faccio tutti i giorni, non ho tempo" parola di Asia, che senza particolari pudori nell'affrontare l'argomento dice cosa ne pensa. E fa bene, alla faccia dei tabù. La figlia di Dario Argento non va proprio daccordo con le bugie: “Mi ritengo una persona più viva delle altre, che non si è mai arresa alle menzogne che ci impone di raccontare questa società”. E sul tema della violenza sulle donne aggiunge: “In passato ho avuto diversi stalker piuttosto pericolosi. Ho pure subìto minacce di morte. Gli uomini che usano la violenza andrebbero puniti con l’ergastolo, senza attenuanti”. Asia Argento: non è più una “bad girl” ma ama ancora le sfide. “L’unica cosa che conta per me è l’amore. Il riscatto non m’interessa”. Asia Argento ha cambiato pelle. Dimenticate i ruoli trasgressivi e dark, da bad girl, che l’hanno resa un’icona del cinema italiano. Tra breve la vedremo in una stupefacente interpretazione di Martina, una donna timida che sceglie di non parlare dopo aver subito un trauma, nel film “Isole”. Una pellicola indipendente firmata dal giovane regista Stefano Chiantini che avrà una distribuzione “sperimentale”: uscirà nelle sale l’11 maggio e poi in internet gratuitamente. Ma, anche se ha abbandonato l’abito di ribelle, la figlia di Dario Argento rimane comunque ragazza anticonformista e anti-diva che ama ancora le sfide. e che dice sempre quello che pensa. E scusate, ma al giorno d'oggi non è poco!
Difficile cercare la verità in un epoca di menzogne: Stiamo vivendo un'allucinazione di massa!!!: Autoerotismo? E' ancora un tabù!